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Natuzzi, i sindacati frenano

28 settembre 2015 • News Territoriali

Ridimensionato l’entusiasmo: «Non si punta su Matera, sarà solo polo logistico»
Natuzzi, i sindacati frenano
Paolicelli: «Notizie fuorvianti, su 1800 lavoratori ce ne sono 500 a rischio immediato»

 

«La situazione del comparto rimane difficile Mercato in stallo» «Fondamentale l’impegno a fine ottobre per la cigs a zero ore»
Mino Paolicelli della Feneal Uil spegne gli entusiasmi che si erano creati sull’accordo per la
Natuzzi RIDIMENSIONATO dalle sigle sindacali l’accordo tra il Ministero dello sviluppo economico, le Regioni
Puglia e Basilicata e la Natuzzi. Nei giorni scorsi è stata corsa allla dichiarazione più importante e più
consenziente per quello che è stato il patto raggiunto a Roma, che prevede il reinserimento nella catena
produttiva di quasi 1900 lavoratori del polo del salotto tra Matera, Santeramo e Laterza. Si parlava, per i
dipendenti della città dei Sassi, tra gli stabilimenti di Jesce e La Martella, di almeno 400 nuove opportunità. Il
fulcro dell’accordo prevede, per il reinserimento dei lavoratori nella catena produttiva e nella gestione
amministrativa, della riorganizzazione delle fabbriche secondo i principi della Lin production, l’innovativo
metodo di produzione che prevede innovazioni nel processo produttivo e nella sua gestione. Ma, non pare
essere tutto oro quello che luccica. Infatti, le dichiarazioni forti dei presideni di Regione, Michele Emiliano e
Marcello Pittella in primis, ma anche quelle dell’assessore pugliese alle attività produttive, Capone, sembrano
ridimensionarsi nei fatti e nelle parole delle organizzazioni sindacali. Il polo di Matera verrà solamente toccato
da questa soluzione in minima parte, ed inoltre, non è nel materano che l’azienda ha scelto di rilanciare
completamente la propria produzione, rispetto a quanto sarà fatto a Santeramo e Laterza. In più, c’è da
considerare che, la firma, riguarda l’accordo di programma del febbraio 2013, quindi è solamente un
passaggio ulteriore di una scelta già effettuata negli anni scorsi. «Sentire i politici dire di aver salvato oltre
1800 posti di lavoro è fuorviante – commenta Mino Paolicelli, segretario della Feneal Uil – perchè per questi
posti che si dice di aver salvato, ci sono almeno altri 500 che ad ottobre prossimo rischiano il licenziamento,
perchè difficilmente otterranno la cassa integrazione a zero ore in deroga, come era sino a questo momento.
Infatti, il 30 ottobre abbiamo un tavolo a Roma per discutere di queste situazioni». Ma l’attenzione
dell’azienda su Matera, può avere un riscontro positivo anche dal punto di vista mediatico. «L’azienda non
punta su Matera – continua Paolicelli – Qui è rimasto solamente un polo logistico e la produzione principale è
e resterà tra Santeramo e Laterza. La Capone è stata esaltata dal suo primo appuntamento da assessore
della Regione Puglia, ma non ha fatto i conti con il passato e con quello che ancora attende il comparto del
salotto nei prossimi mesi. La situazione è ancora difficile e non è prevista una ripresa reale». La situazione,
infatti, resta di stallo. «C’è una leggerissima ripresa, ma sempre nel mercato estero. E’ proprio il mercato della
Romania, dal quale Natuzzi dice di voler tornare, quello più fiorente in questo momento. Poi, con la
congiuntura favorevole del cambio euro-dollaro si è recuperato nelle vendite con gli Stati Uniti, ma non è più il
mercato di una volta, anche gli americani non cambiano più il divano una volta ogni sei mesi. Purtroppo, dove
si registra il calo maggiore è sul mercato interno, che fatica a riprendersi e difficilmente potrà migliorare nei
prossimi mesi». Le lotte, per i lavoratori del polo del salotto, non si concludono all’acordo di programma tra
Mise, Regione Puglia, Regione Basilicata e Natuzzi, ma continuerà ad essere al centro delle questioni
sindacali nei prossimi mesi. Il primo appuntamento di fondamentale valore è quello del prossimo 30 ottobre,
quando si andranno a discutere i possibili rinnovi della cassa integrazione a zero ore, e non sarà uno scoglio
facile da superare.

 

da Il Quotidiano del Sud – Basilicata – un articolo di Francesco Calia

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