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Disoccupazione da record

3 aprile 2012 • News

Diffusi ieri dell’Istat i dati sulla disoccupazione, definiti allarmanti dalla Uil, e che – fa sapere l’istituto – riguardano sia gli uomini sia le donne. A febbraio il tasso di disoccupazione è da record, negativo s’intende, e si attesta al 9,3%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a gennaio e di 1,2 punti su base annua.

Il numero dei disoccupati, pari a 2.354 mila, aumenta dell’1,9% (45 mila unità) rispetto a gennaio. Su base annua il numero di disoccupati aumenta del 16,6% (335 mila unità). L’allargamento dell’area della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne. Il tasso di disoccupazione si attesta al 9,3%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a gennaio e di 1,2 punti su base annua – lo comunica l’Istat, precisando che si tratta del dato più alto dal 2004, anno d’inizio delle serie storiche mensili dell’Istituto di statistica. "Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è pari al 31,9%, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a gennaio e di 4,1 punti su base annua”, prosegue l’Istat .

‘I dati sul tasso di disoccupazione diffusi ieri dall’Istat non possono che essere definiti allarmanti’ per la Uil. ‘Peraltro è del tutto evidente che il fenomeno della disoccupazione – si legge nella nota con cui il segretario Guglielmo Loy ha commentato la notizia – è anche la conseguenza della mancanza di politiche volte allo sviluppo economico per una ripresa del sistema produttivo. Il numero delle persone in cerca di lavoro ha raggiunto 2,3 milioni di persone, il tasso di disoccupazione giovanile coinvolge 32 ragazzi su 100.’

Secondo il sindacato tra le cause per cui ci si trova in queste condizioni, vi rientra, in larga parte, ‘la temporaneità dei rapporti di lavoro che, come fotografa l’Istat con i dati del IV trimestre 2011, continua ad aumentare (+3,7% rispetto al IV trimestre 2010) e la crescita delle collaborazioni (+9,8%), il tutto a fronte di un calo del lavoro a tempo pieno e indeterminato. La flessibilità, quella buona, quella fatta di percorsi volti alla stabilizzazione e ad un accrescimento di competenze, – conclude la nota Uil – deve necessariamente essere incentivata. Fintanto che non si governa e non si pongono argini alle forme distorsive e agli abusi a cui si prestano alcuni istituti, non solo sarà difficile ridurre la disoccupazione, ma sarà altrettanto arduo per i lavoratori coinvolti potersi reinserire nel mercato del lavoro.’

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