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Anniversario UIL

5 marzo 2013 • News

Il cammino della UIL parte da lontano per volontà di un gruppo di uomini portatori di comuni idealità, capaci d’individuare obiettivi conseguibili dotandosi di una moderna organizzazione democratica, riformista ed indipendente. Uomini che hanno trasfuso nell’organizzazione i principi perseguiti da Filippo Turati, il capo riconosciuto dei riformisti, in congiunzione con l’ idealità di un altro grande padre della patria: Giuseppe Mazzini, il cui pensiero è sempre stato di straordinaria attualità. Turati e Mazzini hanno influenzato le scelte ideali di coloro che hanno creato e guidato la UIL, così come Bruno Buozzi è stato l’esempio da seguire in ambito sindacale.

La UIL fin dalla sua nascita, il 5 marzo 1950, diede vita ad una organizzazione laica e indipendente che rifiutava le egemonie partitiche nel sindacato, così come di essere solo uno strumento “che esaurisce le sue funzioni nelle rivendicazioni salariali e nella regolamentazione dei diritti e doveri dei lavoratori in fabbrica o nella azienda”, ma bensì con l’autonomia di divenire una Confederazione capace di affrontare “tutti i problemi che investono direttamente o indirettamente gli interessi della classe lavoratrice” in modo da non lasciare “ alla sola iniziativa parlamentare e dei partiti politici di occuparsi dei suoi problemi, ma di affrontarli sostenuti dal sindacato con l’eventuale appoggio dei partiti senza però vincolare la sua azione a questo o quel partito”.

I padri fondatori della UIL, qualunque fosse la loro provenienza o estrazione politica: sindacalisti del pre-fascismo, socialisti, socialdemocratici, azionisti, repubblicani o altro trassero dalla fusione dei valori fondamentali, di cui erano portatori, l’energia necessaria per lanciare l’organizzazione e farla conoscere ed apprezzare come nuovo modello di sindacato.

Il 5 marzo 1950 la UIL nacque con la partecipazione di 253 delegati, in rappresentanza di migliaia di dirigenti organizzati e presenti nella periferia, tutti decisi a compiere una scelta organizzativa in grado di offrire ai lavoratori una “organizzazione libera dall’egemonia delle due maggiori forze politiche dominanti all’interno della CGIL (i comunisti) e della CISL (i democristiani), un sindacato che forte delle sue radici, delle sue idealità e della sua coerenza sapesse coniugare con esse l’attualità del momento ed elaborare le linee strategiche della sua azione futura."

Dalla storia ed ancor più dalla cronaca degli ultimi congressi, si evince come e quanto la UIL ponendo al centro della sua azione il lavoro come valore assoluto e vera ricchezza per il Paese ritenga il riformismo quale unica via per lo sviluppo e la piena valorizzazione di tutta la società. E’ l’affermazione di quel DNA che i laici e i riformisti hanno saputo trasmettere e che i continuatori non mancheranno a loro volta di passarlo a coloro che seguiranno garantendo il mantenimento del progressivo sviluppo dell’organizzazione.

Vai all’intervista del Segretario Generale Luigi Angeletti.

 

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