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Stati Generali, domani in piazza

30 novembre 2010 • News

Domani la FeNEAL UIL sarà in piazza con tutte le altre organizzazioni sindacali ed imprenditoriali del settore delle costruzioni per dire basta ad un dibattito politico che non affronta i problemi economici e sociali concreti del Paese.

Saremo a Montecitorio per chiedere progetti che rilancino fiducia e speranze vere di ripresa. Ci siamo stancati degli slogan e degli annunci che non avviano a soluzione i problemi immediati e quelli di prospettiva – afferma A. Correale che interverrà domani alla Manifestazione ‘Stati Generali delle Costruzioni’ che si terrà davanti a Montecitorio dalle 10.30 -.

‘Gli obiettivi degli Stati Generali sono rimasti per lo più lettera morta, mentre invece potevano essere il volano per combattere la recessione abbreviando i tempi di uscita dalla crisi. E’ fondamentale che imprese e sindacati, forti della loro reciproca autonomia, compiano questo atto di responsabilità insieme. In questo forte atto politico c’è tutta la tradizione autonoma e riformista della Feneal e della Uil. C’è la nostra  determinazione a continuare a batterci con vigore e protagonismo costruttivo   per il lavoro, le riforme, lo sviluppo.’

In questi mesi – afferma Correale non abbiamo fatto altro che assistere all’inerzia ed ad una preoccupante incapacità politica di cercare e attuare soluzioni concrete per contrastare la crisi che riguarda la modernizzazione infrastrutturale dell’Italia e le difficoltà del settore. Noi, da parte nostra, ci siamo impegnati costantemente per cercare un confronto costruttivo che portasse a realizzare azioni che in grado di riagganciare il Paese alla ripresa economica a partire dal nostro settore che, non ci stancheremo di ripeterlo, può rappresentare un eccellente motore per la ripresa dell’intera economia italiana. Un settore in cui operano circa tre milioni di persone che rappresentano il 16, 8% del totale degli addetti impegnati nelle imprese dell’industria e dei servizi.’

‘L’edilizia non può più attendere aggiunge il Segretario. – In tre anni crisi abbiamo perso molte opportunità, con la conseguenza che migliaia di imprese hanno chiuso e oltre 250mila lavoratori sono rimasti senza lavoro. Non si può più aspettare, noi pretendiamo una grande assunzione di responsabilità da parte di governo e partiti perché intervengano rapidamente con politiche da attuare nell’immediato.’

Le richieste sono chiare per tutti: vanno riaperti i cantieri, vanno varati progetti di lungo periodo per la salvaguardia e la manutenzione del territorio onde evitare, come già è successo, che le calamità naturali presentino il solito drammatico conto di vittime e distruzione, vanno realizzate le opere infrastrutturali rendendo effettivamente disponibili le risorse destinate dal CIPE, va sbloccato il Patto di Stabilità, vanno estesi gli ammortizzatori sociali come per tutto il comparto dell’industria.

Chiediamo l’affermazione di un modello di sviluppo basato su qualità e legalità del lavoro e dell’impresa che contrasti il lavoro nero e le irregolarità, rafforzi i controlli sulla sicurezza e semplifichi le procedure amministrative. Vogliamo ritrovare un tavolo di confronto vero sulle questioni centrali – conclude Correale per garantire il ritorno allo sviluppo ed il rilancio del Paese. L’Esecutivo, il Parlamento non facciano il grave errore di ignorare ancora  questo atteggiamento costruttivo e rimettano lo sviluppo al primo posto nella agenda politica del Paese. Occorre dare un contesto utile a nuovi investimenti, occorre fiducia, incentivi, cabine di regia che sappiano incalzare i centri di spesa decentrati, occorre un credito più aperto e sensibile alle esigenze del tessuto produttivo costituito dalle piccole imprese.’

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