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Stati Generali delle Costruzioni..un anno dopo

18 maggio 2010 • News

Si è tenuta il 14 maggio 2010, a Roma, la Conferenza Stampa, organizzata da sindacati e imprese promotrici degli Stati Generali delle Costruzioni, presso il Cnel, viale D. Lubin, 2. L’incontro che ha visto la partecipazione di numerose testate giornalistiche, televisioni e agenzie stampa, è iniziata alle ore 11.00.

Sindacati ed imprese si sono riuniti ancora una volta per proseguire la strada degli Stati Generali, iniziata esattamente un anno fa con la grande manifestazione del 14 maggio, e fare un bilancio di ciò che è stato finora fatto per affrontare la crisi nel settore che si fa sempre più drammatica. Sono stati illustrati i dati e le richieste prioritarie  per uscire dalla crisi contenute nel documento congiunto (in allegato) presentato da tutte le parti. Dopo l’introduzione di Paolo Buzzetti, Presidente Ance, è stata la volta del Segretario Generale FeNEAL UIL Antonio Correale che ha parlato delle le principali richieste dei sindacati per affrontare la crisi del settore e illustrato le proposte da mettere in campo secondo il sindacato. Sono seguiti gli interventi di Walter Schiavella per la Fillea Cgil e Domenico Pesenti per la Filca Cisl e dei rappresentanti delle altre associazioni imprenditoriali.

Dopo il dibattito, scaturito dalle domande della platea, la conferenza si è chiusa alle ore 13.00.

Vai al servizio del Tg Uno Economia, edizione 13.30, con l’intervista ad Antonio Correale.

 

Segue l’intervento di A. Correale

“I numeri della crisi sono purtroppo fin troppo chiari … Sono numeri spaventosi, preoccupanti che tracciano del 2010 un profilo molto negativo.

Da nostre valutazioni, così stando le cose, non c’è una ripresa a breve, anzi, immaginiamo che l’inversione della tendenza negativa del settore possa spostarsi nel 2012. Ciò significherebbe il collasso della filiera delle costruzioni. Il clima di incertezza che continua a spirare sull’Europa e l’inevitabile riflusso su politiche di rigore ci allarmano perché non vorremmo che a pagare il costo più salato non fosse la speculazione ma l’economia reale ed il nostro settore. Però Governo e Parlamento devono capire che l’unico volano reale per riagganciare la crescita resta quello delle costruzioni e servono allora scelte politiche coraggiose e rapide, dando al settore quella centralità economica e sociale che merita.

Ci sono punti irrinunciabili che riguardano la messa in campo di risorse certe, il ruolo degli enti locali, l’estensione della Cigo a 12 mesi, come per l’industria. Ci vuole un progetto complessivo forte, con interventi decisi e con tempi rapidi. Dal nostro punto di vista questo lo consideriamo un passaggio cruciale per l’economia ed il futuro, ma anche per i rapporti fra istituzioni e sindacato. E noi siamo determinati a non mollare la presa.

Allo stesso tempo i dati sull’occupazione vanno letti secondo una attenta valutazione politica, con tutte le conseguenze sociali ed economiche che si porta dietro.  Dei 137mila posti di lavoro persi nel 2009 occorre evidenziare che la crisi non morde tutti allo stesso modo. Solo nel Nord-est siamo a oltre – 20mila unità, nelle isole e nel meridione la crisi viaggia abbondantemente a 2 cifre toccando punte di oltre il 20% in aree già attualmente ad alta tensione sociale (vedi il caso Alcoa in Sardegna, una delle aree maggiormente colpite). Oltre 90.000 domande a Palermo per un lavoro edile di 3 mesi a 31 euro al giorno. L’aumento dei fallimenti oltre il 30% denunciati probabilmente dimostra l’inizio del collasso del sistema imprenditoriale anche perché a questi numeri andrebbero aggiunti i numeri delle società in crisi. Fallimenti che sono tanto maggiori nelle zone prima considerate ad alto sviluppo imprenditoriale e quindi floride (per esempio in Emilia Romagna abbiamo + 65% dei fallimenti tra 2008 e 2009). L’andamento negativo è dimostrato altresì dalla caduta verticale dei bandi di gara (- 33% nel 2009) e degli importi a base d’asta (- 25% I trimestre 2010 che in proiezione fa un – 48% su base annua).

Anche le compravendite vanno male (- 25% edilizia non residenziale e – 30% abitativa), anche questi dati vanno letti su base territoriale in quanto abbiamo dati variegati (reggono le aree metropolitane, seppure in flessione, mentre c’è il fermo totale nelle province medio piccole e nel mezzogiorno d’Italia). Serve quindi riattivare il tavolo del Governo riannodando le fila interrotte e incentrandolo su alcuni punti che si giudicano dirimenti per il rilancio del settore.

Il documento unitario degli Stati Generali, che vi sarà consegnato, elenca una pluralità di proposte tutte valide, sulle quali a noi preme soffermarci su alcuni punti:

— Vanno sbloccati immediatamente le risorse per le infrastrutture e destinate a quelle opere cantierabili subito o meglio su quei cantieri che se non alimentati potrebbero addirittura fermarsi (vedi il piano metropolitane Roma-Milano-Napoli

— Per le piccole e medie opere va sbloccato con le dovute attenzioni il patto di stabilità per i comuni virtuosi e, cosa più importante, per pagare il dovuto alle piccole e medie imprese

— Va utilizzata la leva fiscale al fine di far ripartire il settore immobiliare (che è quello che da maggiori risposte sul piano occupazionale e degli investimenti privati)

— Va ripreso il ragionamento sugli ammortizzatori sociali per il settore. Quindi estensione della cigo edilizia a 12 mesi così come per l’industria (ci risulta peraltro che gli accantonamenti per la gestione della cigo edilizia presso l’Inps hanno un avanzo patrimoniale di circa 2 miliardi di euro di attivo ed è un avanzo determinato dal contributo che le imprese edili pagano per cui sarebbe bene una riduzione, così come definisce la L. 427/1975 dello stesso contributo da 5,20 al 3% per liberare ulteriori risorse da destinare alla formazione dei lavoratori che fruiscono degli ammortizzatori sociali utilizzando il nostro sistema bilaterale). Chiediamo inoltre la parificazione economica dell’indennità di ds edile con quella di ds ordinaria.

Occorre infine regolare il mercato in edilizia per affrontare annosi problemi di lavoro nero e concorrenza sleale. Le proposte semplificate nel documento ci sembrano adeguate e sono: 1) attuare il durc per congruità; 2) definire una legge di accesso all’attività di imprenditore edile; 3) attuazione della patente a punti prevista dal TU sicurezza; 4) parificazione dei costi fiscali e contributivi tra tutte le forme di lavoro (autonomo, subordinato, dipendente, ecc..).

In conclusione è importante che attorno a questo tavolo ci siano i rappresentanti del mondo dell’edilizia con una comune volontà di proposta e pressione nei confronti delle Istituzioni. Così diamo un nuovo esempio di coesione, pur nella distinzione dei ruoli, che oggi sarebbe un grave errore ignorare.

La notizia su:

Diario del Lavoro

Uilweb.tv

Tg Uno

Vai alla rassegna stampa del 14 e del 15 maggio.

Stati Generali 2009

In allegato la documentazione distribuita nella cartella stampa. 

 

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