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Mantovani taglia 143 posti di lavoro

30 novembre 2017 • News Territoriali

Mantovani taglia 143 posti di lavoro.

La più grande impresa privata del Mose avvia a Venezia la procedura di licenziamento per 113 operai e 30 impiegati.

La Mantovani spa ha aperto una nuova procedura di licenziamento per 172 dipendenti (dei quali 143 a Venezia) sui 250 rimasti in forze all’azienda. Un tributo pesante che colpirà in particolare Venezia, Padova e Belluno senza andare ad intaccare la sede di Trento. Venezia subirà i tagli più importanti, 113 gli operai coinvolti e oltre 30 gli impiegati; la sede centrale di via Belgio a Padova dovrà invece fare i conti con una procedura che mira di fatto a dimezzare il personale presente; infatti de 56 dipendenti in forze al “Headquarter” della Zip di Padova i saranno 27 i lavoratori considerati in “esubero”, colpiti dalla procedura di licenziamento , di cui 3 dirigenti su un totale i 11 ad oggi in forze all’azienda. Di fatto l’area ingegneria, forte fino ad oggi di 4 operatori sarà ridotta a una unità mentreverrà dimezzata l’area approvvigionamenti e logistica e l’ufficio legale, ad oggi composto da 2 unità di personale. Ma un prezzo pesante in termini di esuberi lo pagherà anche l’amministrazione e finanza della Mantovani a Padova dove a perdere il posto saranno 15 lavoratori su 27. «Non accetteremo una riduzione così consistente del lavoratori» hanno detto Francesco Andrisani della Fillea Cgil di Venezia, Alberto Franzo della Filca Cisl e Adriano Brinis della Feneal Uil che seguono la vertenza. «Un taglio del personale così ingente per gli operai dei cantieri di Venezia ma pure la riduzione all’osso dell’area di ingegneria di Padova, per citare solo due esempi degli innumerevoli che si leggono tra le righe di una procedura pesantissima, significa di fatto spuntare le proprie armi nella competizione globale. Una scelta che ci preoccupa non solo per la consistenza dell’operazione in sé ma pure perché ci risulta incomprensibile la strategia dell’azienda per il futuro proprio e dei lavoratori che rimarranno». Appare chiara invece la scelta di non comprendere i lavoratori della sede di Trento. La scelta permette infatti di tenere la trattativa in un ambito regionale invece che su un piano nazionale come già avvenuto con la precedente procedura ritirata dall’azienda all’inizio di novembre. «In quell’occasione ci siamo rifiutati di firmare gli esuberi perché Mantovani aveva disatteso tutti gli accordi fatti» continuano i sindacalisti «e ancora nulla si sa a proposito della newco Sereco e del trasferimento dei lavoratori come previsto dagli accordi di ottobre 2016. Ora inizierà una nuova e lunga fase nuova e lunga fase di trattativa: avremo 45 giorni di tempo per trovare un accordo in sede aziendale ed altri 30 in sede regionale qualora non si addivenisse ad una soluzione condivisa nei tempi previsti dalla contrattazione diretta tra azienda e sindacati». Cosa fare adesso? «Confidiamo anche nell’incontro in Regione previsto per il prossimo 6 dicembre durante il quale proveremo a trovare una soluzione alternativa al licenziamento di 172 lavoratori. Ma se non si dovesse pervenire ad un accordo, come già avvenuto all’inizio di novembre, l’azienda avrà facoltà di procedere al licenziamento dei suoi dipendenti che potranno a loro volta fare ricorso legale contro la Mantovani».

Articolo da La Nuova Venezia

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