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Lavori Metro Roma

28 novembre 2012 • News

Oggi lo sciopero di 8 ore. A rischio 1200 posti di lavoro.

(AGENPARL) – Roma 23 nov. I cantieri delle metropolitane di Roma iniziano a somigliare a dei tunnel senza fine, i lavori sempre più lenti, rischiano il blocco totale.

La realizzazione della tratta T3 San Giovanni-Colosseo della metro C e del prolungamento della linea B da Rebibbia a Casal Monastero, diventa sempre più un’odissea edile.

"Il blocco dei cantieri comporterebbe la perdita di 1.200 posti di lavoro che si vanno ad aggiungere agli oltre 18.000 che già sono stati bruciati dall’edilizia romana negli ultimi tre anni- denunciano i sindacati provinciali- lo stallo delle opere pubbliche capitoline rende inapplicabile l’accordo di salvaguardia occupazionale a tutela dei lavoratori dei cantieri".

Per questo motivo mercoledì 28 novembre, i sindacati della Fenea Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil proclameranno insieme ai lavoratori lo stato di agitazione nei cantieri con uno sciopero di otto ore per ogni turno di lavoro e presidi nei quattro cantieri di Piazza Annibaliano, Conca D’Oro, Centocelle e San Giovanni.

"Lo sciopero non vuole richiamare l’attenzione soltanto sui posti di lavoro – continuano le sigle sindacali – ma vuole dare un segnale forte anche ai cittadini romani che da anni convivono con i disagi che questi cantieri perenni provocano e che se non verranno garantiti i fondi rischieranno di non vedere mai la conclusione", chiosano i sindacati.

A tal proposito è intervenuto il Segretario Generale della Feneal Uil, Massimo Trinci che dichiara all’AgenParl: "Ogni sciopero è commisurato alla gravità della situazione ed anche questa protesta per i cantieri della metropolitana di Roma, come le altre in Italia, tra cui lo sciopero del 6 dicembre, è la diretta conseguenza di un malessere sempre più diffuso nel Paese che rischia di esplodere". "Lavoro, professionalità, redditi, famiglie che si sgretolano ed una politica che non risponde ai reali problemi della gente se non provocando licenziamenti di massa, invece di attuare un piano di investimenti serio e mirato per la difesa dello sviluppo, il rilancio dell’occupazione e la modernizzazione del Paese", conclude Trinci.

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