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I giovani e l’edilizia

22 ottobre 2012 • News

La fotografia del Cresme per Formedil, che in 3 anni ha formato il 20% della forza lavoro

L’edilizia attrae i giovani, nonostante la crisi

Nelle costruzioni un quinto delle imprese giovanili italiane

Stipendi più alti e lavoro più stabile danno la percezione di uno sbocco occupazionale migliore che in altri settori. Domanda di formazione dal 7% del 2006 al 30% del 2011.

Quando l’economia è in recessione i giovani si rivolgono all’edilizia che, sebbene in forte crisi, sembra ancora offrire maggiori possibilità di occupazione rispetto agli altri settori e un lavoro con salari medi superiori e contratti più stabili di quelli che si possono ottenere altrove. È quanto emerge dall’indagine Giovani e costruzioni” realizzata dal Cresme per il Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento in edilizia), che nel triennio 2009-2011 ha formato, attraverso 32.813 corsi, oltre 385 mila allievi, il 20% degli occupati medi nel settore.

L’analisi, presentata il 20 ottobre al Saie in occasione del convegno “I giovani e l’edilizia” organizzato in collaborazione con Iiple di Bologna, fa il punto sul lavoro giovanile in Italia e sottolinea come nelle costruzioni si concentrino circa il 12% di tutta l’occupazione compresa nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni – un’incidenza tra le più elevate nel panorama dei principali Paesi europei (la media UE è dell’8%) – e un quinto di tutte le imprese giovanili in Italia. Secondo la ricerca il comparto delle costruzioni è particolarmente propenso ad accogliere i più giovani, sia in termini occupazionali che in termini imprenditoriali. L’edilizia assorbe infatti circa il 12% di tutta l’occupazione giovanile, un’incidenza tra le più elevate nel panorama dei principali paesi europei (la media UE è dell’8%), risultando, tra tutti i settori, quello con la quota di occupazione giovanile in assoluto più elevata. Il tasso di imprenditorialità giovanile, ovvero la quota di imprese la cui percentuale di partecipazione di giovani fino a 34 anni è superiore al 50%, le costruzioni mostrano, in effetti, i valori più elevati. Alla fine del 2011, secondo i dati delle camere di commercio, erano quasi 132 mila le imprese giovanili attive nelle costruzioni, il 16% del totale del settore e oltre un quinto (il 21%) di tutte le imprese giovanili in Italia. Il tasso è pari al 12,8% per i servizi; all’8,2% per l’industria; al 7,4% per l’agricoltura.

L’incontro è proseguito con il dibattito su “Le imprese e i sindacati per il lavoro giovanile”, in cui si è discusso di politiche di rilancio dell’occupazione del sistema bilaterale della formazione, composto al 50% dalle associazioni delle imprese e al 50% dal mondo sindacale. Alla tavola rotonda hanno partecipato: Piero Leonesio, Vicepresidente Formedil, Gabriele Buia, Vicepresidente Ance, Rinaldo Incerpi, Presidente Nazionale Cna, Domenico Pesenti, Segretario Generale Filca-Cisl, Walter Schiavella, Segretario Generale Fillea-Cgil, Massimo Trinci, Segretario Generale Feneal-Uil, Paolo Nerozzi, Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro. Secondo quanto rilevato Energy technology, energie rinnovabili, risparmio energetico, bioedilizia, sostenibilità, nuovi mercati nel settore pubblico, di internazionalizzazione, innovazione tecnologica, nei materiali, nelle tecniche di costruzione, nella progettazione sono gli ambiti che potranno generare nuove opportunità di rilancio per il settore. In questo contesto un ruolo fondamentale dovrà essere svolto dagli enti di formazione, che sono chiamati a tenere il passo con il cambiamento e a preparare i più giovani all’ingresso nella professione con un ruolo da protagonisti. Un compito non indifferente se si considera che, secondo le banche dati Formedil, nel triennio 2009-2011 sono stati formati, attraverso 32.813 corsi, oltre 385 mila allievi, il 20% degli occupati medi nel settore. E negli ultimi anni è sensibilmente cresciuta la domanda di formazione da parte di giovani inoccupati, passata dal 7% del totale degli allievi nel 2006 a quasi il 30% nel 2011. Un dato che testimonia come tutto il settore edile sia visto sempre di più come un importante sbocco occupazionale, in un contesto in cui per i giovani senza esperienza il mercato del lavoro si fa progressivamente più rigido.

Allo scopo di favorire la collocazione e ricollocazione sul mercato di operai e tecnici in un momento particolarmente difficile per il comparto, il 27 ottobre del 2011 il Formedil in collaborazione con la Cnce (Commissione Nazionale Casse edili) ha lanciato la Borsa lavoro edile nazionale (Blen.it). Il progetto si basa su un portale web (www.blen.it) nel quale inserire i curricula dei lavoratori e pubblicare le offerte delle imprese allo scopo di facilitare l’incontro tra le parti e su una serie di sportelli distribuiti sul territorio, per l’assistenza ai cittadini e alle imprese.

 

“Per avere un quadro più completo bisogna considerare anche i dati delle Casse edili che ci dicono che, assistendo a un aumento della forza lavoro straniera, si verifica una concentrazione nelle fasce più basse dell’inquadramento lavorativo – ha dichiarato Massimo Trinci, segretario generale Feneal Uil e vice presidente della Commissione nazionale delle Casse edili (Cnce) intervenuto alla tavola rotonda nel corso del convegno -. Inoltre, in questi anni di forte crisi molte imprese hanno manifestato la tendenza a tenere con sé il nucleo storico costituito dagli operai più qualificati, mentre per l’esecuizone dei lavori si rivolgono alle partite iva, che rappresentano un male endemico di questo settore. Per uscire da questo empasse bisogna premiare le imprese più strutturate e superare la flessibilizzazione che passa attraverso le false partite iva e creare un argine al lavoro nero mediante la Borsa Lavoro Edile Nazionale promossa da Formedil e la bilateralità.”

In allegato la nota completa

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