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Edilizia in piazza

1 dicembre 2010 • News

Il Segretario Generale FeNEAL UIL è intervenuto alla MANIFESTAZIONE NAZIONALE di sindacati ed imprese delle costruzioni sottolineando la necessità di concretezza delle azioni da mettere in campo per rilanciare sviluppo e crescita del Paese: ‘Governo e Parlamento non s’illudano: Noi vogliamo una svolta vera e non siamo disposti a mollare la presa.’ 

Il video della protesta su Labitalia/Adnkronos

Le foto su Repubblica.it

Uilweb.tv

‘Vogliamo una svolta profonda – ha ribadito – perché siamo contro l’idea di un paese fermo come è l’Italia di oggi. Disoccupazione, cantieri chiusi, degrado del territorio, ritardi nella modernizzazione delle infrastrutture impediscono di pensare a miglioramenti prossimi di occupazione e produzione visto che i dati sul mercato ci dicono che le cose con i bilanci del 2010 non miglioreranno. E se non si fa qualcosa nemmeno nel 2011. Il 20% dell’offerta della filiera delle costruzioni è a rischio con conseguenze occupazionali drammatiche anche per il futuro. Noi non staremo a guardare.’

‘Noi siamo qui per manifestare in nome di una concretezza di progetti ed interventi che ora manca ma che si può raggiungere solo se si ascolteranno di più le parti sociali, se si darà più importanza al fattore tempo, se si darà valore prioritario ad una ripartenza forte e profonda della nostra economia. Siamo convinti – ha proseguito il sindacalista – che in questo momento, con questa manifestazione, diamo anche una prova di coesione sociale quanto mai necessaria in tempi di divisioni e di arretramenti sociali. Siamo contro la insopportabile e continua politica degli annunci che promettono molto ma mantengono niente.’

‘Vogliamo invece un tavolo di confronto per decidere, con il nostro contributo unitario e responsabile, progetti concreti  di sviluppo e rilancio del settore delle costruzioni che è e resta uno dei pochi e veri volani di crescita economica e civile.

Siamo convinti che la ripresa degli investimenti ci sarà quando affluiranno nuovamente in edilizia. Siamo certi che l’occupazione risalirà quando i troppi cantieri, che potrebbero essere aperti e non lo sono, torneranno ad offrire una prospettiva lavorativa stabile.’

‘Se il Paese frana, come sta franando, il conto non lo possono pagare le imprese, i lavoratori, i cittadini. Quel conto deve essere onorato fino in fondo da Governo e partiti. Un conto salato: pensate allo stato del territorio e del nostro patrimonio artistico: un danno enorme sul piano economico e sociale, ma anche uno spot pubblicitario suicida per il nostro turismo, per l’immagine complessiva dell’Italia nel mondo. Ecco perché noi insistiamo con tenacia nel proporre un piano decennale di interventi di prevenzione e manutenzione, svincolati da polemiche politiche ma bipartisan, con progetti condivisi, risorse davvero spendibili e tempi certi di attuazione.

Noi reclamiamo la fine delle discriminazioni sulla cassa integrazione: siamo uno dei settori fondamentali per lo sviluppo produttivo del Paese, chiediamo pari condizioni con l’industria.

Noi chiediamo – ha concluso il segretario – che il Governo dia un segnale preciso: anticipi interventi che allentino la morsa del fisco, recuperino effettivamente evasione ed elusione fiscale, ma che anche permettano di rendere più agevole il cambiamento qualitativo del nostro ambiente e delle nostre città, usando anche l’incentivazione fiscale. ‘

Italia Oggi 2.12.10

L’Unità 2.12.10

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