Dalla crisi alla recessione
Dal sito Uil
Dall’inizio della crisi sono 3 miliardi le ore di cassa integrazione richieste dalle imprese.
Una tempesta che si è abbattuta sul nostro sistema economico senza salvare alcun
settore, alcun territorio. Sono state utilizzate tutte e 3 le tipologie di cassa integrazione con
una prevalenza della cassa Ordinaria e Straordinaria, ma con significativa richiesta, in
gran parte dalle piccole aziende industriali e da aziende dei servizi, della cassa in Deroga
per oltre ¼ delle ore autorizzate (circa 800 milioni di ore).
Il 2010 ha fatto la parte del leone assorbendo il 40% delle ore dall’inizio della crisi ed il
2011 pesa per circa il 30%. Si conferma, come ormai evidente, che la crisi picchia duro e
che il prossimo futuro, dal punto di vista del lavoro rischia di essere drammatico.
Lo stesso mese di Novembre del 2011, conferma una tendenza ormai consolidatasi per
tutto l’anno, segnalando una leggera crescita sul mese precedente (+ 0,1%) e certificando
che oltre 80 milioni di ore sono la “dose” necessaria al sistema delle imprese per evitare
licenziamenti utilizzando proprio lo strumento principale tra gli ammortizzatori sociali: la
Cassa Integrazione.
I dati di Novembre consolidano come l’area più industrializzata del Paese paghi
pesantemente le difficoltà della nostra economia. Infatti, rispetto ad Ottobre, la cassa
integrazione cresce nel Nord, del 3,2% con picchi drammatici a Trento (+ 129,5%), in
Liguria dove l’umento è stato del 45,7 % (anche per i disastri del maltempo) ed in Emilia
Romagna (+23,2 %). Mentre, in assoluto, l’aumento più consistente a livello regionale è quello della Sicilia (+ 144,6%). Sono 48 le Province che segnalano aumenti di ore richieste con il top a Messina
(+1618%), Sondrio, Ferrara, Belluno e Siracusa. In valori assoluti è sempre Torino la più cassaintegrata (77,3 milioni di ore) seguita da Roma ( 5,3 milioni di ore).
Le difficoltà del nostro sistema manifatturiero sono inesorabilmente confermate dal dato
della cassa integrazione con una crescita in un mese del 6,6 %. Dati che confermano le preoccupazione della UIL e del Sindacato: senza crescita si aprirà, drammaticamente, il tema del lavoro sia per chi non lo ha, sia, inevitabilmente, per chi rischia di perderlo.
Quindi sono sempre più urgenti vere politiche economiche per lo sviluppo non recessive
accompagnate da una ridefinizione del sistema delle tutele. Aver garantito con strumenti
d’emergenza, quale la cassa in deroga, il non licenziamento a centinaia di migliaia di
lavoratori è stato doveroso, ma occorre trovare efficaci azioni per garantire un futuro di
lavoro ad essi.