Costruzioni, i dati dell’Osservatorio Cnce dipingono un quadro drammatico
Dall’inizio della crisi persi 300.000 posti di lavoro
Oltre 7.000 società costrette a uscire dal mercato
I dati dell’Osservatorio Cnce dipingono un quadro drammatico del settore edile
Milano, 13 settembre 2011 – Cinque milioni di ore di lavoro andate perse. Una contrazione occupazionale che ha coinvolto 37mila lavoratori. Oltre 7.200 società costrette a uscire dal mercato. È un andamento negativo quello che il settore italiano delle costruzioni ha registrato nei primi sei mesi del 2011. A descriverlo sono la Cnce (Commissione nazionale delle casse edili) e il Formedil (Ente Nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia).
Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale delle Casse Edili della Cnce presentati questa mattina a Milano in una conferenza congiunta, al calo del 10% che l’attività del comparto ha registrato a giugno del 2010, si è aggiunto quest’anno un’ulteriore riduzione del 9%, per una perdita complessiva di ore lavorate che dall’autunno del 2008 è stata del 25%.
Ad essere più colpite dalla crisi sono le regioni del Centro Sud. La contrazione più rilevante di attività si è registrata in Sardegna con un -16% in un solo anno. Rilevante anche il calo a due cifre (-12%) di Umbria e Puglia. Ed è proprio in questa regione che si registra la percentuale più elevata di riduzione del numero dei lavoratori, con un -14%; seguono con un 12% in meno l’Abruzzo e da un –10% in Umbria e Lazio. Puglia, Abruzzo e Umbria sono le regioni in cui si riscontra la maggiore incidenza negativa per quanto riguarda il calo delle imprese iscritte in Cassa Edile (-10/11%). Tra le regioni del Nord le maggiori difficoltà si riscontrano nel Veneto (-9%).