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Bando di concorso

30 settembre 2012 • News

La tua scomparsa lascia un vuoto incolmabile.

NOI TI RICORDIAMO COSI’, DEDITO AL LAVORO CON PASSIONE  ED ORGOGLIO, SEMPRE AL FIANCO DELLE LAVORATRICI  E DEI LAVORATORI.

Il video realizzato dalla Feneal Nazionale

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VENERDì 31 AGOSTO E’ VENUTO A MANCARE  IL SEGRETARIO GENERALE FENEAL UIL  ANTONIO CORREALE

La Feneal Uil ha perso un grande ed appassionato dirigente sindacale di tanti anni di battaglie importanti e conquiste preziose per la categoria.

Antonio Correale Segretario Generale Feneal Uil dal gennaio 2010, lungamente a capo della segreteria organizzativa Feneal dopo una lunga militanza nella Federazione di Napoli, di cui è stato segretario fino al suo approdo nella segreteria nazionale Feneal.

La Segreteria e tutta la Federazione si stringe attorno ai familiari in un affettuoso e fraterno cordoglio e nel ricordo di un grande uomo che fino alla fine si è dedicato al lavoro con tutto sé stesso, forte di un impegno sindacale di eccezionale valore che rimarrà un esempio nella storia della Feneal.

L’umanità e il forte senso di autonomia, il profondo radicamento ai valori del riformismo e del contrattualismo restano ben saldi nella coscienza dei militanti della Feneal Uil e non smetteranno mai di generare frutti e speranze per lo sviluppo del nostro sindacato.

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IL COMUNICATO DELLA UIL NAZIONALE

E’ morto il Segretario generale della Feneal-UIL, Antonio Correale.

Alla guida della categoria degli edili da circa tre anni, Correale è venuto a mancare, oggi, a causa di un improvviso peggioramento di una lunga malattia che non gli aveva impedito di svolgere il suo ruolo, attivamente e in prima linea, sino all’ultimo giorno di vita.

Docente della formazione, aveva iniziato il suo impegno negli edili della Uil di Napoli. Dirigente sindacale sin dal 1978, Correale era entrato a far parte della Segreteria nazionale nel 1992.

Chiamato a guidare la categoria, in un momento di grandi e delicate difficoltà, Correale aveva saputo ridare slancio all’azione della Feneal-UIL.
Uomo di grande sensibilità e bontà congiunte ad un’eccezionale capacità professionale, Correale lascia un vuoto incolmabile.
Addolorati per la sua prematura scomparsa, Luigi Angeletti e la Uil tutta si stringono al fianco della moglie, delle figlie e dei familiari.

Il video della Uilweb Tv realizzato in ricordo di Tonino Correale

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TONINO MIO FRATELLO

di Emilio Correale

Tonino, in questi pochi giorni che non c’è più, è stato ricordato soprattutto per la sua umanità.

Un’umanità che ha dato spessore al suo modo di essere e che gli consentiva di occupare spazio anche nella vita degli altri, perché lui questa umanità riusciva sempre a trasmetterla, anche a chi stava da un’altra parte.

Con essa stabiliva un legame, un’intesa, perché tranquillizzava, dava certezza ed incoraggiava.

Un’umanità che invece di creare steccati si lasciava prendere e si faceva consumare, tanta che ce n’era.

Per averne ancora beneficio, Tonino più che “ricordato” andrebbe “raccontato”, perché questo suo modo di essere ha un’origine ed una storia, iniziata nella periferia di Napoli, vicino al mare, da un operaio ferroviere ed una mancata maestrina per colpa della guerra.

Questa storia va a sostanziare il suo attaccamento al lavoro, il suo senso di responsabilità, la sua creatività organizzativa, ma anche la leggerezza ed il sorriso che accompagnavano ogni suo gesto ed ogni sua parola.

Ce la ricordiamo tutti la sua canzonatura con cui commentava ogni buon risultato organizzativo riportato sul territorio, che ognuno di noi illustrava con la dovuta enfasi, con quel suo “Certo mi aspettavo di più”, mentre i suoi occhi ed il suo sorriso trasmettevano la sua soddisfazione.

Anche in questo modo, apprezzando e stimolando, Tonino dava significato a ciò che diceva e faceva.

Mai dall’alto, ma accanto.

Tonino non amava fronzoli e cose inutili. Per lui le parole ed i gesti dovevano avere un senso preciso e diretto e non dovevano nascondere fini reconditi o retro pensieri.

Perciò per lui le parole dovevano sempre contenere l’impegno della concretezza.

Ma le parole dovevano tradurre anche i valori in cui credeva:

sul piano strettamente personale, oltre all’amore per la famiglia, sono stati forse quelli più diffusi e goduti, ma anche più complessi e di problematico riscontro: l’amicizia, la lealtà.

Mentre, invece, nel lavoro, che ha occupato gran parte della sua vita, dobbiamo a lui l’esaltazione di due valori al di sopra di ogni altro: la qualità e la coesione.

Voglio ricordare come nel varare nel 2002 il Progetto Qualità Feneal, che dette una prorompente svolta alla crescita della nostra Organizzazione, fino a farla diventare quella che è oggi, perché basava il sostegno economico che partiva dal centro, non più apparentemente senza criteri, ma incentivando di più quelle strutture che si impegnavano alla crescita qualitativa e quantitativa, Tonino articolò i famosi sedici punti identificativi della qualità di una struttura e del suo gruppo dirigente. E ciò, ovviamente, valeva per ogni livello dell’Organizzazione.

Il fattore da valorizzare, a parere di Tonino, a cominciare dal primo punto, era quello che la bravura e l’autorevolezza di un dirigente è data dalla capacità di mantenere motivata e coesa la propria struttura, per renderla capace di stabilire un rapporto diretto, serio ed affidabile con i lavoratori che aderiscono al nostro Sindacato.

Tonino era molto amato dai lavoratori perché essi lo sentivano, lo percepivano nella sua sincerità, perché li conosceva bene i lavoratori. Partiva sempre da lì.

Sapeva bene che i lavoratori scelgono e, nelle nostre condizioni, scelgono noi solo se siamo più bravi ed affidabili degli altri.

Il PQF è stato uno dei suoi successi fondamentali, perché ha trasformato la nostra Organizzazione, l’ha fatta crescere, l’ha fatta rispettare di più, ma l’ha anche resa migliore, nonostante tutto.

Il vero assillo di Tonino, però, è stato quello di preservare la coesione interna della nostra Organizzazione, al di là e al di sopra di ogni turbolenza che si è verificata nella nostra Federazione.

Tutti ricordano la sua dichiarazione nella riunione del Comitato Centrale di Reggio Calabria del 2006, quando affermò testualmente che “La Feneal Uil può essere diretta solo con l’adesione e la partecipazione di tutte le sue strutture e con il corretto e democratico funzionamento dei suoi organismi, recuperando, per questo, una nuova capacità di fare orientamento e di essere di efficace riferimento per lavoratori e dirigenti sindacali.”

Poi aggiunse: “Con la convinzione, quindi, che la nostra Federazione abbia la necessità ed il dovere di dotarsi di un adeguato e forte organismo di direzione, e che essa non può che corrispondere al primario criterio della generale condivisione delle scelte, chiedendo il conforto dei compagni che mi hanno sostenuto, ho deciso di sottrarmi alle pur legittime logiche di affermazione personale, per consentire alla nostra Federazione di compiere un passo in avanti sul percorso del proprio sviluppo.”

Voglio, però, ricordare anche le sue parole, sostanziate poi dal suo breve ma intenso segretariato, indirizzate a tutto il gruppo dirigente dopo il Congresso di Catania che lo elesse Segretario generale:

Bisogna tutti fare tesoro che l’esito del Congresso, per il dibattito democratico che si è svolto e per le importanti decisioni che sono state assunte, è stato un’ulteriore prova di maturità della nostra Federazione che, già in passato, aveva fortemente rivendicato l’esigenza di non disperdere mai il grande valore della propria coesione interna. Questo è il motivo che mi fa avvertire, sopra ogni altro, l’impegno a ben interpretare, nella mia nuova funzione, il chiaro mandato a mantenere unita la nostra Federazione, a favorire costantemente il corretto esercizio della democrazia, a privilegiare sempre le scelte frutto del ragionamento collettivo e della condivisione generale, avendo sempre ben fissato l’obiettivo primario dell’avanzamento verso nuovi successi del nostro Sindacato. Il lavoro sarà arduo e sicuramente pieno di ostacoli, ma sono certo che saremo in grado di farvi fronte con il contributo di tutti e tenendo ben chiari, in ogni momento cruciale della vita del nostro Sindacato, quei valori che sono diventati la nostra guida irrinunciabile e illuminante: innanzitutto la coesione e la qualità del gruppo dirigente”.

Questo era Tonino, sempre petto in fuori, con la passione e l’orgoglio di essere una guida per tante persone, del popolo della Feneal, e di rappresentarlo in modo sano e positivo.

Un padre, un fratello, un amico

La Feneal ne ha fatto grande tesoro e ancora ne farà sulla strada che ha tracciato fino all’ultimo suo lavoro, in preparazione della prossima Conferenza di Organizzazione.

Per quanto mi riguarda da oggi smetto di nascondere l’orgoglio di esserti fratello.

Hai ragione tu, caro Tonino, hai sempre avuto ragione tu: “quando cala l’entusiasmo, proprio allora bisogna caricarsi di più”.

Ed io, raccogliendo il tuo ultimo invito, nel tuo nome, ….. di nome e di fatto … , sono CARICO e SERENO, come spero lo siano tutti.

Emilio Correale

Roma, 21 settembre 2012

 
    

 

 

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