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Una immagine simbolica per ricordare le morti bianche in un cantiere di Pontedera (Pisa), in una immagine del 04 marzo 2008. Le morti sul lavoro hanno toccato nel
2009 il minimo storico. Secondo i dati dell'Inail, diffusi in luglio, mai dal dopoguerra - per l'esattezza dal 1951, inizio delle rilevazioni statistiche - si era registrato un livello,
seppur ancora drammatico, cosi' basso: 1.050 le vittime nel 2009. Un numero in flessione del 6,3% sul 2008 (quando i casi mortali erano stati 1.120).
ANSA/FRANCO SILVI

Incidente su lavoro a Ceregnano

23 febbraio 2017 • News Territoriali

MORTE SUL LAVORO
I sindacati polesani sulla sicurezza “Più prevenzione e controlli per evitare altre tragedie.”
Dal Zio, Mosca Toba, Gregnanin: “Tenere sempre alta la guardia”
Alberto Garbellini dal Quotidiano La Voce di ROVIGO

Formazione, prevenzione, sicurezza. Sono le parole chiave che vengono ripetute come un mantra anche nel giorno della tragedia, soprattutto nel giorno della tragedia, per evitare che si possa ripetere. I sindacati polesani, dopo il dolore e le condoglianze alla famiglia del ragazzo morto sul lavoro nell’azienda di Ceregnano, tornano ad evidenziare la necessità di non trascurare mai e poi mai la sicurezza sui luoghi di lavoro. Per questo formazione professionale e prevenzione devono essere pilastri portanti. Andrea Mosca Toba, responsabile Cisl per la provincia di Rovigo, pone l’accento sulla “necessità di portare avanti forme di collaborazione fra forze sociali, enti ispettivi ed enti bilaterali, solo così la prevenzione verrà considerata non un orpello, ma una necessità. Non una voce di costo, ma un obbligo anche morale. E per questo serve anche uno sforzo culturale”. In Polesine poi uno dei problemi è il dimensionamento di tante piccole aziende, “una parcellizza-zione – continua Mosca Toba – che in troppi casi fa sì che le piccole realtà non considerino prioritario l’aspetto della sicurezza. Non mi voglio riferire a casi specifici, né alla tragedia di Ceregnano, ma è necessario che le misure di controllo siano sempre spinte al massimo. E così pure le risorse per gli enti ispettivi, perché occorre coprire con la coperta della prevenzione tutte le realtà produttive, anche quelle più piccole, anzi soprattutto quelle perché nelle aziende grandi la cultura della sicurezza e la presenza del sindacato sono una garanzia, in quelle più piccole è più difficili”. Un paio di anni fa la prefettura di Rovigo aveva organizzato un tavolo apposito, una task force per verificare il livello di sicurezza e prevenzione nel panorama del lavoro polesano. “E’ vero – conferma Mosca Toba – e di passi avanti ne sono stati fatti. Soprattutto in aziende con alta criticità, come quelle di trattamento fanghi o di materie chimiche. Occorre però continuare su questa linea e insistere sulla bilaterali- perché la galassia delle piccole aziende è davvero infinita”. E’ accorso appena ha saputo della notizia il segretario della Cgil Fulvio Dal Zio, che ha sottolineato: “Questa è una tragedia incommensurabile. E’ l’ennesimo infortunio mortale sul lavoro e con un ragazzo di 19 anni appena. Aldilà della dinamica, che appureremo nei prossimi giorni, quante ancora ne dovranno succedere per parlare seriamente di sicurezza nel posto di lavoro?”. “Proprio nello scorso novembre – aggiunge Gino Gregnanin, della FenealUil di Padova-Rovigo – il settore degli edili aveva organizzato una manifestazione a sostegno della sicurezza sul lavoro. Le cose da fare sono prevenzione e formazione professionale, sia per i giovani che per i lavoratori più esperti. E poi la prevenzione all’interno delle aziende. Ed in questo senso sono importanti le ispezioni perché occorre tenere alto il livello di sicurezza . Anche perché occorre considerare che in un periodo in cui la crisi economica non è ancora superata il livello della concorrenza spesso viene esasperato e qualche volta le stesse aziende sono spinte a risparmiare sui costi della sicurezza, e questo non deve avvenire”.

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