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Stop al dumping sociale

23 gennaio 2013 • News

Il comunicato della FETBB

La rabbia di 4.000 lavoratori scuote il Parlamento europeo e la Commissione.

Oggi 23 gennaio 4.000 lavoratori provenienti dai settori dell’edilizia, dei trasporti e dell’agricoltura hanno espresso tutta la loro rabbia per lo sfruttamento ed il dumping sociale subito da molti lavoratori stranieri nei luoghi di lavoro del nostro paese. Ogni giorno migliaia di lavoratori sono sfruttati e messi gli uni contro gli altri da imprenditori ed intermediari disonesti che, individuate le lacune sul piano legislativo e sul piano operativo, se ne avvalgono per sfruttare i lavoratori come se fossero merce. Si attirano i lavoratori stranieri con promesse allettanti, si costituiscono società di comodo, si redigono contratti di lavoro e documenti falsi, senza fornire ai lavoratori alcuna tutela sociale e senza pagare gli straordinari e concedere i giorni di ferie spettanti, applicando sui salari trattenute elevate per spese di trasporto, alloggio, vitto ecc… In ultima analisi le vittime sono i lavoratori stranieri, che per il proprio lavoro percepiscono una minima parte di quanto, di norma, spetterebbe loro.

Le forme di abuso in essere sono ben note da molti anni, tuttavia i politici europei (ed in particolare la Commissione) non hanno alcuna volontà di affrontare efficacemente questi problemi. La Commissione europea continua a proclamare il dogma del mercato interno (costituito da imprenditorialità, riduzione degli oneri amministrativi, libera concorrenza…) come strumento miracoloso per rendere l’Europa più competitiva e risolvere il problema della disoccupazione. Allo stato attuale, in Europa, la politica ortodossa in materia di lavoro rimette in discussione e mina alla base la credibilità del progetto europeo. Invece della cittadinanza europea, sono discriminazione e razzismo a crescere.

I lavoratori del settore edile, dei trasporti e dell’agricoltura chiedono che i responsabili politici  europei riconoscano l’esistenza di questi problemi e li affrontino efficacemente, al di fuori di qualsiasi dibattito ideologico. Ciò significa che dovranno essere adottate misure concrete e tangibili. Affinché sia esercitato un controllo migliore sul mercato europeo del lavoro, le federazioni sindacali chiedono l’isituzione di un Europol sociale e di una carta d’identità sociale valida sul territorio europeo, il riconoscimento a livello europeo della responsabilità sociale in capo ai committenti e agli appaltatori principali, la formulazione di definizioni più chiare, tali da operare una netta distinzione fra lavoratori autonomi effettivi e lavoratori dipendenti, nonché controlli severi a livello nazionale svolti in base ad obiettivi ben definiti.

Per adottare le misure sopra descritte occorrono, da parte dei nostri politici europei, coraggio e risolutezza!

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