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Riforma Lavoro e Ammortizzatori Sociali

19 aprile 2012 • News

‘Bene l’impegno sul contrasto al falso lavoro autonomo, ma il requisito del 6 mesi rischia di rendere inefficace il provvedimento. Necessario correggere criteri per Aspi. Creeranno disastro nel Mezzogiorno.’

La Feneal esprime alcune considerazioni sul disegno di legge di riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali presentato dal Governo al Parlamento ed in particolare sugli effetti e le modifiche che ricadranno nel settore delle costruzioni. ‘Il giudizio è positivo sulla parte del ddl riguardante le false partite iva e l’impegno di individuare i falsi autonomi – commenta il segretario nazionale Donato Ciddio, responsabile delle politiche del mercato del lavoro per la Feneal – ma il requisito dei 6 mesi previsto dalla legge, oltre i quali il rapporto di lavoro potrebbe essere riconosciuto come dipendente, rischia di rendere inefficace il provvedimento, essendo troppo elevato in un settore come quello delle costruzioni dove la durata delle fasi lavorative è spesso molto più breve.’ ‘Su questo aspetto – aggiunge il sindacalista – un altro punto del ddl che rischia di ridurre il lavoro regolare è quello relativo alle nuove norme che permettono ‘l’associazione in partecipazione con apporto di lavoro per una medesima attività’ ad un massimo di 3 lavoratori oltre ai soggetti legati da rapporto parentale o coniugale, e che pensiamo possa destrutturare ulteriormente un settore già fortemente frammentato e caratterizzato dalla microimpresa.’

Ma il punto più dolente e preoccupante per la Federazione è la questione dei requisiti di accesso e durata della nuova ASPI (Assicurazione Sociale Per l’Impiego) che ‘creerà un vero e proprio disastro sociale nel Mezzogiorno.’ ‘Temiamo che la riforma del sistema degli ammortizzatori sociali così come è stata concepita – spiega Ciddio – non possa essere sostenibile in una realtà ad alto tasso di disoccupazione come il Mezzogiorno d’Italia. Questa riforma si basa su criteri che – prosegue il sindacalista –, a differenza dei precedenti, non tengono più conto dei diversi tassi di disoccupazione tra una zona ed un’altra del Paese, annullando il maggiore sostegno al reddito  per le aree di crisi previsto dalla precedente normativa. Siamo molto preoccupati perché in tal modo i lavoratori che hanno perso il lavoro verranno penalizzati due volte, oltre a lavorare meno in regioni dove c’è maggiore disoccupazione, rischiano così di percepire meno sostegno al reddito o addirittura di non percepirlo affatto, non riuscendo a rientrare nei nuovi requisiti.’ ‘Chiediamo, in conclusione, di riconsiderare questi punti,  ed altri che abbiamo illustrato nel documento unitariamente stilato con Filca e Fillea, al fine di migliorare il ddl rafforzando diritti e tutele per le lavoratrici ed i lavoratori.’

Il documento Feneal Filca Fillea

Il diario del lavoro.it

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