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Rapporto CNEL

19 settembre 2012 • News

E’ stato presentato ieri al CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro)  il Rapporto sul mercato del lavoro in Italia 2011-2012. Lo studio, messo a punto dal centro studi Ref diretto da Carlo dell’Arringa, offre una fotografia della situazione occupazionale del nostro Paese, nonché dei processi in atto, con proiezioni a medio e a lungo termine.

Invecchiamento demografico, femminilizzazione del mercato del lavoro, vincoli all’espansione della spesa pubblica, abbandono delle attività manifatturiere a più basso valore aggiunto e cambiamento di regime della domanda al settore immobiliare sono – a quanto si evince dalla nota stampa sul rapporto –  i principali fattori di trasformazione del sistema produttivo del nostro paese entrato in una nuova fase di recessione. Inoltre, il rapporto sottolinea che, senza una svolta dal versante delle produttività, potrebbero prevalere pressioni deflazionistiche sui salari e sui redditi interni, assecondate da politiche fiscali di segno restrittivo.

All’ incremento della partecipazione al mercato del lavoro (111mila forze di lavoro femminili e 202mila nuovi attivi immigrati), probabile effetto delle perdite di reddito familiare e del conseguente fenomeno del "lavoratore aggiuntivo, – si legge nella nota di sintesi – fa eco il progressivo aumento del tasso di disoccupazione, cominciato dagli ultimi mesi del 2011. Si calcola che tra il 2011 e il 2020 il numero dei disoccupati aumenterà di oltre 1,5 milioni di persone per la popolazione d’età compresa tra 15-66 anni con una forte riduzione dei giovani attivi italiani (oltre 515mila persone) e degli adulti fino a 54 anni, compensata dall’aumento dalla crescita della forza lavoro immigrata (oltre 1,3 milioni di persone) e soprattutto delle forze lavoro "anziane".

In un cinquantennio la percentuale di anziani passerebbe dal 15,3% al 26.8% della popolazione, determinando una riduzione del peso delle altre classi d’età dagli importanti effetti sui rapporti intergenerazionali.’ Coloro che più hanno subito le conseguenze della crisi sono i giovani. Tra i più colpiti, quelli con un titolo di studio basso (-24,8% tra chi ha solo la licenza media); i residenti nelle regioni meridionali (-19,6%); i lavoratori a tempo indeterminato (-19,3%) e quelli a tempo pieno (-17,9%). Aumenta il tasso di disoccupazione di lungo periodo, anche per i più giovani (15-24 anni): il 46,6% sul totale della disoccupazione giovanile.

I temi indicati nel Rapporto – ha concluso il Presidente della Commissione speciale per l’informazione (III) del Cnel che ha curato il Rapporto, Edoardo Patriarca, – "rappresenteranno una sorta di piattaforma programmatica, sulla quale il Cnel incentrerà le proprie attività nei prossimi mesi".

dal sito Cnel

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