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No al Contributo unificato nelle cause di lavoro e previdenziali

27 luglio 2011 • News

Al via la campagna Feneal per l’abolizione della norma prevista dalla recente manovra economica e ritenuta iniqua e incostituzionale.

Stop al pagamento del Contributo unificato nelle cause di lavoro.

A chiedere l’abolizione della tassa (il cui importo varia dai 18,50 ai 773 euro in relazione al valore dell’oggetto della causa introdotta dalla manovra economica appena varata anche per le cause di lavoro e previdenziali, e’ la Feneal Uil di Roma e del Lazio, che ha lanciato, ieri, una campagna di informazione "per scongiurare un’inaccettabile ingiustizia, ancor piu’ in una fase economica quale quella attuale, difficile e penalizzante per il lavoro". 

‘La questione ha una valenza nazionale – ha commentato il Segretario Generale FeNEAL UIL Antonio Correale – e va affrontata con urgenza in tutti i territori e non soltanto nei cantieri del Lazio. E’ necessario sostenere e diffondere queste informazioni al fine di riuscire a smuovere il Parlamento  perché ci sia un ripensamento legislativo che annulli gli effetti di tale norma.’

L’articolo impone ai lavoratori, che debbano ricorrere alle vie legali per evitare un licenziamento o dare soluzioni a controversie economiche o ancora rivendicare i propri diritti in caso di infortunio, un contributo economico che finirà per aggravare ulteriormente le condizioni economiche di lavoratrici e lavoratori che già si trovano in momenti di grave difficoltà. Naturalmente è facile prevedere come questo procedimento, oltre che costituire un costo aggiuntivo per le famiglie che dovranno affrontare una qualche causa di lavoro, potrebbe finire per scoraggiare il ricorso alla legge aggiungendo ingiustizia ad ingiustizia.

 
‘Dobbiamo – conclude il Segretario –  impegnarci su questo tema, promuovendo azioni ed iniziative che mantengano alta l’attenzione e creino sensibilità sociale al fine di annullare una tassa incostituzionale ed iniqua che rappresenta una restrizione di diritti fondamentali e che, in un momento di crisi come questo, penalizza sempre di più il lavoro.’

In allegato la documentazione della campagna

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