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Natale 2011

23 dicembre 2011 • News

Cari compagni ed amici, in queste ore, e questa purtroppo non è una fortuna di tutti, ci apprestiamo a raccoglierci ognuno nella propria famiglia, con i nostri cari, per godere delle tradizioni del Natale e del periodo di riposo che questa ricorrenza normalmente comporta.

Gli avvenimenti che stanno accadendo per far fronte alla grave crisi che stiamo attraversando, che ancora una volta tendono a colpire il mondo del lavoro, e la preoccupazione che tale crisi sta diffondendo, stanno, però, oscurando in modo evidente la consueta serenità di questo periodo festivo.

Ciò vale per tutti ma, è inutile nasconderlo, riguarda soprattutto i lavoratori senza lavoro, e sappiamo che tantissimi sono edili, i poveri sempre più numerosi e molti di essi sempre più disperati, i tanti giovani senza concreta prospettiva di incontrare il lavoro e, quindi, senza futuro.

In questo scenario, che non invoglia certo a gioire, per il sindacato si apre una fase nuova verso cui è doveroso rivolgere la più attenta riflessione per rinnovare il modo di intendere la propria natura di fondamentale soggetto della rappresentanza.

Soprattutto dopo aver subito, per la massiccia adesione del Parlamento, l’iniquità della manovra finanziaria del governo Monti, di fronte a noi si profilano due esigenze al di sopra di tutte, la cui positiva risposta risulterà salvifica per il sindacato, proprio nello svolgimento della sua primaria funzione di rappresentanza: come riuscire a mantenere coeso il fronte della partecipazione attiva dei lavoratori, su di un piano di consapevolezza dei problemi che ci sta riservando questo particolare momento storico della nostra società e su di un piano di condivisione e di convinzione delle battaglie che occorrerà fare per difendere e tutelare il mondo del lavoro, ben sapendo noi, per la nostra cultura riformista, che la lotta sindacale, quella vera, è cosa più importante e seria della protesta.

L’altra esigenza è quella di riuscire a dare risposte giuste e concrete ai bisogni dei lavoratori, attraverso una rinnovata capacità di stabilire rapporti istituzionali più rispettosi e collaborativi, contribuendo in questo senso a migliorare le attuali condizioni della politica e delle pubbliche amministrazioni, giunte ai minimi termini delle loro credibilità.

Questo nostro Paese, in definitiva, potrà avere un futuro solo se tutti si rimboccheranno le maniche per salvarlo dal drammatico declino a cui questa gravissima crisi lo sta destinando.

Certo ci aspetta un anno molto impegnativo e sicuramente tra i più difficili della nostra storia democratica, per il nostro sindacato, per i nostri lavoratori e per i nostri giovani.

Per questo motivo gli auguri che vi rivolgo di buon Natale e di un più sereno anno nuovo hanno più senso e sono, da parte mia, più sentiti e sinceri che mai.
 

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