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La crisi nel Mezzogiorno ed il disagio occupazionale

4 novembre 2010 • News

Se i dati sul Mezzogiorno dell’anno 2009 avevano mostrato una sostanziale crescita del tasso di disoccupazione, passato dal 12,1% del 2008 al 12,5% del 2009,  gli ultimi dati disponibili fino a giugno di quest’anno confermano la tendenza con una forte e continua ascesa del tasso di disoccupazione che si attesta intorno al 13,9%.

Nel Mezzogiorno, infatti, si concentra circa la metà delle persone disoccupate presenti in Italia circa 1 milione su un totale di 2,2 milioni e dove circa 14 persone ogni 100 sono in cerca di un’occupazione (la media italiana è, invece, di 9 persone su 100). Sul questo versante desta preoccupazione soprattutto la percentuale del 36% riferita al tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), che per la componente femminile arriva fino al 40,9%. Ed ancora un tasso di occupazione del 43,9%, molto al di sotto del dato nazionale del 56,9%. La partecipazione delle donne nel mercato del lavoro rappresenta solo 1/3 dell’occupazione complessiva del  Mezzogiorno (2,2 milioni a fronte di un’occupazione complessiva di 6,2 milioni).

Questo il quadro negativo che viene fuori dallo studio “La crisi nel Mezzogiorno: uno sguardo al disagio occupazionale”, elaborato dalla FeNEAL e dalla UIL su dati Inps e Istat e diffuso in occasione del Convegno Nazionale organizzato dalla Feneal-Uil a Napoli lo scorso 29 ottobre.

Il Rapporto, che vuole essere una fotografia della situazione occupazionale del Sud negli anni della crisi, contiene tra i diversi indicatori utilizzati ed aggiornati a giugno 2010: gli indicatori di disagio socio-occupazionale che coinvolgono maggiormente il Mezzogiorno (persone scoraggiate nella ricerca di un lavoro, tassi di disoccupazione giovanile e delle donne) e la richiesta di ore di cassa integrazione da parte delle aziende in crisi, con un’attenzione particolare al settore dell’edilizia.

 

 

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