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Indagine UIL, nel Lazio 20mila lavoratori in nero o irregolari

18 febbraio 2015 • News Territoriali

Edilizia, la Uil: “Nel Lazio, 20mila lavoratori in nero o irregolari”

Oggi l’iniziativa organizzata dalla Uil di Roma e Lazio e dalla Fenealuil Lazio

Sono circa 20mila lavoratori irregolari o in nero del settore edile del Lazio. Numero quest’ultimo sempre più in crescita soprattutto dal 2008 a oggi, periodo in cui quasi 50mila addetti hanno perso il lavoro. È quanto emerge da uno studio della Feneal Uil e della Uil di Roma e del Lazio presentato questa mattina al centro congressi Cavour di Roma durante un convegno sul tema delle infiltrazioni mafiose nel settore delle costruzioni. L’iniziativa – a cui hanno preso parte tra gli altri Francesco Dall’Olio, magistrato del Tribunale di Roma, Alfonso Sabella, assessore alla Legalità di Roma Capitale, Pierpaolo Bombardieri, segretario Uil Roma e Lazio, e Francesco Palese, segretario generale Fenealuil Lazio – è stata anche l’occasione per lanciare l’idea del “Cantiere della legalità”, dove far convergere le proposte congiunte per una soluzione del fenomeno.

Secondo l’indagine della Uil la situazione di crisi ha prodotto, oltre la perdita di posti di lavoro, la chiusura di più di 4mila aziende edili e una riduzione di circa il 50% delle ore di lavoro. A cui va ad aggiungersi il fatto che anche per i lavoratori regolari (45mila) la media delle ore denunciate alle Casse Edili si aggira intorno alle 5. A ciò si aggiungono alcune caratteristiche proprie del settore delle costruzioni quali la temporaneità e la mobilità.

Caratteristiche che, secondo Francesco Palese, segretario generale Fenealuil Lazio, “contribuiscono ad incrementare ulteriormente l’infiltrazione mafiosa, tanto che oggi si può tranquillamente affermare che il Lazio è diventato un vero e proprio laboratorio criminale nel settore”. Dove per criminalità” non si intende soltanto la mafia vera e propria ma anche il sistema di corruzione negli appalti pubblici portato alla luce soprattutto dall’inchiesta di Mafia Capitale- spiega- anche le aziende in regola inoltre tendono a denunciare un montante ore inferiore a quello effettivo che in genere è almeno il doppio. In cantiere infatti si lavora generalmente dalle 7 alle 17 e in estate forse ancora di più”.

L’edilizia, insieme all’agricoltura e al terziario, è il settore con la più alta percentuale di lavoro nero e irregolare. I cantieri risultano essere i luoghi di lavoro dove meno si rispettano le normative sulla sicurezza. Non è un caso quindi se circa il 20% degli infortuni mortali sul lavoro avvengono nel settore edile. Primi in questa classifica la Capitale e la sua provincia, seguite da Latina e Frosinone.

Dai dati incrociati tra forze dell’ordine e Inps emerge inoltre che oltre il 40% delle aziende del Lazio, soprattutto a conduzione famigliare, sfrutta il lavoro irregolare. “Su questo tema chiediamo più coraggio alle amministrazioni locali e anche al Governo nazionale: le aziende che violano le norme sulla sicurezza non possono partecipare a bandi pubblici. Credo sia una regola molto semplice”. In alcune zone di Roma inoltre, ha aggiunto Bombardieri “è evidente il fenomeno del caporalato- dice Bombardieri- questi fenomeni ritengo che vadano combattuti con decisione e per questo valutiamo positivamente l’istituzione di un assessorato alla Legalità del Comune di Roma ma crediamo necessario fare una scelta di superamento del fenomeno del massimo ribasso che va a incidere sulla qualità e sulla sicurezza del lavoro e questo è il tema che fa il paio con quello della legalità”.

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