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Cucine Desi, pressing per la mobilità

2 marzo 2015 • News Territoriali

CRISI. CRONACHE DAL TERRITORIO

Dal Corriere Adriatico – ED. Ancona

Pressing dei sindacati per l’apertura della mobilità in favore dei dipendenti della Desi Mobili che l’hanno
richiesta. E intanto, si cerca il coinvolgimento delle istituzioni ai massimi livelli per un eventuale periodo di
cassa integrazione per l’altra parte dei lavoratori, a cui potrebbe collegarsi la questione dell’interessamento
manifestato da un’azienda del Pesarese a subentrare alla ditta cerretese.
Si gioca su più binari la partita della Desi Mobili, storica azienda di Cerreto d’Esi che per circa trent’anni ha
prodotto cucine con marchio proprio e conto terzi, ma che ora è avviata verso il fallimento, a causa di una
crisi che ha colpito duramente i committenti (in primis, il Mercatone Uno) e della stretta creditizia attuata dalle
banche. I titolari della Desi, che hanno già manifestato al giudice fallimentare la loro volontà di ritirare il
concordato e di rinunciare all’omologa, domani saranno in tribunale per consegnare i libri contabili, dopodichè
si dovrà attendere la nomina del curatore.
“Generalmente, occorre circa un mese di tempo – sottolineano Andrea Casini (Feneal-Uil), Angelo Colonna
(Filca-Cisl) e Gianluca Possanzini (Fillea-Cgil) – ma intanto, nelle prossime ore, esorteremo con forza i
commissari del concordato, affinchè accelerino al massimo i tempi per aprire la procedura di mobilità per
quella cinquantina di dipendenti che hanno avanzato la richiesta. La speranza è che questo obiettivo possa
essere raggiunto già martedì, permettendo a tali lavoratori di uscire dall’azienda e ottenere quanto prima del
denaro, altrimenti resterebbero incastrati in un limbo.
“Non dimentichiamo – aggiungono – che molte di queste persone, che per altro devono ancora ricevere tre
mesi e mezzo di stipendi arretrati (dicembre, gennaio, febbraio e metà di novembre), non sono originarie
della nostra zona, pertanto si trovano in difficoltà economica, non potendo attingere in famiglia”.
Nel contempo, l’azione dei sindacati è indirizzata anche a mettere in piedi dei contatti importanti con le
istituzioni. Nei prossimi giorni, forse già martedì o mercoledì, le organizzazioni sindacali del settore saranno al
ministero dello Sviluppo economico per verificare se c’è la possibilità di ottenere un periodo di cassa
integrazione straordinaria, ovviamente attraverso il curatore fallimentare che verrà nominato.
“Al riguardo – osserva Casini – chiederemo anche un tavolo con la Regione Marche, poiché, se la cassa fosse
possibile, sarebbe indispensabile un accordo con la Regione”.

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