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Contratto Unico di Cantiere

8 aprile 2016 • News

Oggi a Palermo il Convegno FENEALUIL su Contratto di Cantiere organizzato dalla FENEALUIL SICILIA.
Per parlare di contratto unico come elemento strategico di equità sostanziale per i lavoratori, di concorrenza leale per le imprese e di sostenibilità per il sistema bilaterale.
All’iniziativa intervengono il Segretario Generale FENEAL Vito Panzarella e il Segretario Generale UIL Caramelo Barbagallo.

DI SEGUITO IL PROGRAMMA

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DI SEGUITO ALCUNE IMMAGINI DEL CONVEGNO

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DAL GIORNALE DI SICILIA di Antonio Di Giovanni

L’intervista a Claudio Barone
«Norme confuse e fondi Ue sprecati: nell’ edilizia siciliana persi 100 mila posti»
Il segretario regionale della Uil: il settore si è dimezzato, ma la politica pensa alle poltrone e dimentica le tante emergenze.
In Sicilia, negli ultimi sei anni, sono andati persi oltre 100 mila posti di lavoro e nello stesso 13 mila imprese
sono state costrette a chiudere. Un quadro drammatico, quello dell’edilizia, che secondo il segretario
regionale della Uil, Claudio Barone, è dovuto non solo alla crisi che ha attaccato l’economia mondiale dal
2008 ad oggi, ma anche allo scarso utilizzo dei fondi europei e ad una normativa confusa che alimenta il
contenzioso. Di questo si parlerà stamattina nel corso del convegno organizzato dalla Feneal Uil nella sede
della Panormedil, in via Borremans a palermo, alla presenza del segretario regionale degli edili Francesco
De Martino e del segretario nazionale della Uil Carmelo Barbagallo. Qual è il quadro attuale dell’edilizia
siciliana? «Il settore dell’edilizia, il più importante dal punto di vista occupazionale in Sicilia, ha più che
dimezzato i lavoratori, soprattutto per il crollo degli appalti pubblici. Negli ultimi sei anni sono andati persi
100 mila posti di lavoro e 13 mila imprese sono state costrette a chiudere. Nel 2015 sono state bandite gare
per opere pubbliche per 275 milioni, il 22,64% in meno rispetto al 2014. Tutto ciò perché non si è riusciti a
utilizzare le risorse europee, per la carenza di progetti, le lungaggini burocratiche nell’indizione delle gare.
Si aggiunge un quadro normativo contraddittorio e confuso che ha alimentato continui contenziosi e ricorsi
che bloccano i lavori degli appalti aggiudicati. A peggiorare il quadro, come rileva la magistratura, la
pesante connivenza col malaffare che ha riguardato anche colossi come la Tecnis. Il risultato è che, oltre al
crollo dell’occupazione, le strade continuano a franare, le scuole sono pericolanti e mancano le
infrastrutture». Con questo quadro si fa più marcata la presenza di «sacche» di irregolarità e lavoro nero?
Questo settore è sempre stato caratterizzato da una forte presenza di lavoro nero e da una patologica
debolezza delle strutture ispettive preposte ai controlli. Oltre che insufficiente di numero, sul personale
ispettivo si scaricano difficoltà di ogni genere: dalle piattaforme informatiche incompatibili alla mancanza di
mezzi di trasporto sino ai pochi fondi per la benzina. A peggiorare la situazione la tendenza ad applicare nei
cantieri tipologie contrattuali diverse, molte volte improprie, che creano condizioni di caos e di scarsa
trasparenza. Ecco perché la Feneal Uil Sicilia propone l’istituzione di un unico contratto di cantiere che
renda certe ed esigibili le tutele dei lavoratori. Una soluzione indispensabile, visto che la situazione nel
settore si è aggravata con l’arrivo dei voucher. Questi gratta e vinci da 10 euro vengono utilizzati, infatti, per
sanare posizioni non dichiarate. Niente contratti, niente versamenti alla cassa edile, niente Durc: insomma
uno strumento perfetto per coprire il lavoro nero. Nel 2015 la vendita di voucher in Sicilia è aumentata del
97% rispetto agli anni precedenti: 2,3 milioni quelli venduti, il 30% dei quali nel settore edile».
Apparentemente il crollo dell’occupazione sembra aver provocato la diminuzione degli incidenti sul lavoro,
ma è vero? Ufficialmente sono diminuiti gli incidenti nei cantieri ma sono aumentati quelli gravi e mortali:
tutta colpa dei voucher. Secondo i dati della Feneal gli infortuni leggeri, infatti, non vengono registrati
perché il lavoratore è in nero e quindi non dichiarato. Per gli incidenti gravissimi o mortali, che non possono
essere occultati, il rapporto di lavoro invece viene dichiarato ma a posteriori e con l’esibizione di un voucher
criminogeno che regolarizza il rapporto di lavoro. Con buona pace delle norme di sicurezza nei cantieri. Il
governo nazionale ha dichiarato di essersi reso conto dell’emergenza ma ancora non abbiamo ricevuto
misure concrete». Pensate che sulla crisi pesino di più i problemi congiunturali o le responsabilità politiche?
«Il settore edile è dimezzato e non possiamo parlare di significativi segnali di ripresa. Il governo Renzi ha
sbandierato riforme che penalizzano chi lavora e non ha certo fatto ripartire l’economia. Ma pesa anche
l’incapacità della Regione di spendere le risorse europee. Se con il Masterplan la Sicilia riuscisse a
sbloccare piccole opere cantierabili in 24 mesi per un miliardo di euro all’anno, sarebbe una importante
boccata di ossigeno. Ma serve anche programmare le grandi opere. Bisogna decidere se puntare su una
Sicilia integrata con il continente, come prevede il Corridoio 1. Senza il ponte sullo Stretto non può arrivare
l’Alta velocità ferroviaria e diminuisce la convenienza a investire in infrastrutture portuali e viarie. Senza
pregiudizi ideologici bisogna fare scelte coerenti per un progetto di collegamento integrato. Per il turismo,
l’unico settore in crescita in questo momento, è indispensabile». Il sindacato ha una ricetta per uscire dal
tunnel? «La classe politica siciliana pensa solo alle poltrone e la legislatura prosegue a malapena senza
affrontare nessuna delle drammatiche emergenze che attanagliano la regione. Si dovrebbero stabilizzare,
quindi, i precari della pubblica amministrazione e rinnovare il contratto ai dipendenti pubblici. E ancora,
riformare il settore della formazione professionale e rendere efficace il lavoro dei forestali. L’edilizia,
l’industria, i call center, il commercio sono tutti settori al collasso e senza risorse da destinare agli
ammortizzatori sociali. Bisogna farsi sentire a Roma e sostenere i settori produttivi creando un clima
favorevole agli investimenti. Il governo regionale, invece, deve cambiare passo e confrontarsi con i
sindacati».

 

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