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39° Rapporto Uil su cassa integrazione

16 aprile 2012 • News

OLTRE 500.000 I POSTI DI LAVORO PROTETTI CON LA CASSA INTEGRAZIONE, CON QUESTO TREND NEL 2012 ALMENO 1.5 MILIONI DI LAVORATORI BENEFICERANNO DEL SUSSIDIO.

RISPETTO A FEBBRAIO LA CIG CRESCE IN 18 REGIONI.

ROMA LA PROVINCIA PIU’ CASSAINTEGRATA.

TRA I SETTORI ANCORA ALTA NELL’INDUSTRIA MA E’ EMERGENZA NELL’EDILIZIA

“Bassa crescita, altissima cassa integrazione, alta disoccupazione: ecco il triangolo della crisi”. È questa la considerazione di Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL, nel presentare il 39° rapporto UIL sulla cassa integrazione. Lo confermano i dati generali, settoriali e regionali, relativi alle ore di cassa integrazione autorizzate nel mese di Marzo 2012: quasi 100 milioni. Il che significa che sono stati protetti 597 mila posti di lavoro.

L’aumento generale è del 21,6% rispetto a febbraio. Continua la richiesta di ore di cassa integrazione in Deroga che, con complessive 37,5 milioni di ore, aumenta rispetto a Febbraio del 21%. Incrementi si registrano anche per la gestione Ordinaria (+12,8%) e, soprattutto, per quella Straordinaria (+30,9%).

In particolare dall’analisi condotta per settore produttivo il 39° Rapporto UIL indica come ‘anche a Marzo, è l’industria il ramo di attività con il più alto numero di richieste (63 milioni di ore), seguita dal commercio (17 milioni), dall’edilizia (11 mln) e dall’agricoltura (8 mln). Rispetto al mese precedente, il ricorso alla cassa integrazione subisce un incremento in tutti i settori a partire dall’edilizia con + 67,4% confermando, così, come ci sia una vera e propria emergenza in questo settore chiave dell’economia nazionale.’ Su questo punto interviene Antonio Correale, segretario generale Feneal, commentando il dato sull’edilizia.Il rapporto – afferma il segretario – conferma la gravità della situazione nel settore  costruzioni piegato da una crisi senza precedenti e a cui ancora non è stato posto alcun contrasto. Disoccupazione, deregolamentazione, assenza di investimenti, ritardi nei pagamenti, infiltrazioni criminali sono tutti effetti devastanti sia della crisi che dell’assenza di politiche di rilancio che, invece, ci aspettavamo da questo governo e,  per questo, abbiamo chiesto un incontro che ancora non c’è stato.’

Dal Rapporto si evince che  ‘l’aumento interessa tutte le 3 aree del Paese, ma è nel Centro Italia che si riscontra l’incremento maggiore (+37,8%), seguito dal Mezzogiorno (+25,3%) e dal Nord (+14,7%). Sono 18 le Regioni dove si è registrato un aumento delle ore richieste rispetto al mese precedente. L’aumento percentuale più alto si è registrato in Valle d’Aosta (+236%), ma in valori assoluti, la Regione con il più alto numero di ore autorizzate nel mese di Marzo è la Lombardia (23,9 milioni). 65 Province hanno registrato un aumento delle richieste a Marzo rispetto a Febbraio.

E’ Roma la provincia più cassaintegrata con 6,5 milioni di ore autorizzate superando, in questa preoccupante classifica, le grandi aree industriali del nord.’

‘L’andamento della Cassa Integrazione è, ormai, sovrapponibile al dato della bassa o inesistente crescita, del calo della produzione industriale, del quasi crollo dei consumi.’ ‘Le aziende che tentano di reagire manifestano, comunque,  il disagio – come spiega la nota di sintesi Uil – rallentando la produzione e, quindi, sospendendo parte o tutti i lavoratori. L’effetto purtroppo può indirizzarsi verso una crisi strutturale, testimoniata dal preoccupante aumento della cassa straordinaria (+ 30,9% su Febbraio) o, peggio, verso la disoccupazione con la fuoriuscita definitiva dall’impresa. Effetto che si ripercuote, direttamente, anche sull’indotto industriale composto, spesso, dalle piccole imprese ma, anche e indirettamente, sul sistema economico alimentato dal consumo, specie interno, il cui calo impatta su settori non strettamente industriali.’

‘In questo quadro – che la Uil definisce drammatico –  si inserisce la discussione parlamentare sulla Riforma del mercato del lavoro che, aldilà degli effetti a regime dopo il 2016, pone da subito il tema “emergenza” con la conferma delle risorse necessarie a garantire lo strumento della Cassa in deroga sulla quale, in prospettiva, si dovrà intervenire anche con la partecipazione delle imprese al finanziamento di questo strumento. Ciò anche per destinare una consistente quota di intervento pubblico verso quegli strumenti di protezione sociale che, garantendo centinaia di migliaia di lavoratori “troppo giovani per andare in pensione, troppo anziani per avere possibilità di accesso a nuovi lavori”, potranno evitare veri e propri drammi sociali. Il superamento dell’ indennità di mobilità, in prospettiva, non dovrà lasciare un vuoto nella strumentazione di “aiuto” a chi è espulso dal sistema produttivo. La protezione sociale non potrà mai sostituire una politica di crescita, oggi inesistente, ed è questa la vera emergenza del Paese.’

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