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1°Rapporto UIL 2015 su Cassa Integrazione

26 marzo 2015 • News

Loy: I dati sulle ore di cassa integrazione richieste dalle aziende segnalano una contrazione
Flessione delle ore richieste è generalizzata
I dati sulle ore di cassa integrazione richieste dalle aziende nel I bimestre del 2015, segnalano una “frenata di arresto” (contrazione del 41,2% rispetto
allo stesso periodo del 2014).
La flessione delle ore richieste è generalizzata: il calo si manifesta in tutte e tre le gestioni (- 74,8% per la cassa in deroga, – 35,1% per la
gestione ordinaria e – 31,6% in quella straordinaria), nelle 3 macro aree (- 48,8% nel Centro, – 41,9% nel Mezzogiorno, – 38,5% nel Nord), in 20 tra
Regioni e Province Autonome (con l’unica eccezione dell’aumento del 19,9% della Liguria), in 83 Province.
Si tratta di un dato positivo o negativo? Sono diversi gli elementi da considerare prima di poter arrivare ad un giudizio di merito positivo che
certificherebbe il “riavvio” del nostro sistema produttivo.
Conosciamo bene la situazione di forte difficoltà che stanno ancora attraversando molte delle nostre piccole e grandi imprese, così come la persistente
chiusura di molte di queste. Da tenere in considerazione che è costante la crescita in percentuale (relativamente a tutte le ore richieste) della cassa
straordinaria. Crescita che sottolinea come molti processi di ristrutturazione non siano terminati è che, inoltre, e’ presumibile un travaso dalla cassa
ordinaria a quella straordinaria.
Non crediamo, quindi, che dietro questi dati si manifesti, in automatico, il segnale positivo di una “ripresina” del sistema produttivo. A conferma di ciò
un piccolo allarme viene dal dato che vede a Febbraio crescere la cassa integrazione rispetto al mese precedente (+ 18%).
Infine una osservazione sul massiccio calo della cassa integrazione in deroga: lo scorso mese sono state richieste 2,5 milioni di ore contro le 23,1
milioni di ore di Febbraio 2014. Certamente questo “crollo” sembra essere dovuto più all’assenza di risorse ad hoc (unitamente alle nuove regole che
hanno ristretto a soli 5 mesi l’utilizzo massimo da parte delle imprese interessate per il 2015), piuttosto che all’uscita dalla crisi delle aziende che ne
fanno ricorso.
E la preoccupazione maggiore è che, se si intenderà riformare il sistema della cassa integrazione secondo le intenzioni del Governo (e cioè riducendone
i periodi di durata), non solo si correrà il rischio di una anticipazione dell’ingresso dei lavoratori nelle fila dei disoccupati (con inevitabile ampliamento
del bacino), ma anche di non poter garantire sostegno alle imprese che tentano, ancora, di desistere alle difficoltà senza licenziare.
Siamo quindi in presenza di un sistema che se non ben congegnato e concepito, produrrà un forte allarme sociale.
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