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Tecnis presidio Roma

Vertenza Tecnis

6 giugno 2017 • Edilizia, News

Il Ministero dello Sviluppo ha pubblicato un avviso per attivare la legge Marzano

I sindacati: oltre 40 le candidature

È il commissariamento con «legge Marzano » (Dl 23 dicembre 2003, n.347 , convertito con legge 18 febbraio 2004, n. 39) lo strumento deciso dal governo per salvare la Tecnis di Catania. Si tratta della procedura speciale previdto per le grandi imprese in crisi, imprese con almeno 500 dipendenti e 300 milioni di euro di debiti. Parametri che il big catanese delle costruzioni rispetta per non molto: 557 i dipendenti e 455 i debiti, entrambi i dati a livello di gruppo.
Nei giorni scorsi il Mise (spetta al Ministro dello Sviluppo la nomina del Commissario Marzano) ha pubblicato un avviso per la ricerca di soggetti disponibili ad assumere l’incarico di commissario straordinario delle società Tecnis s.p.a., Uniter Consorzio Stabile a
r.l., San Marco s.c. a r.l. e Tiburtina s.c. a r.l. (la capogruppo e le controllate per singoli cantieri). «Le candidature sono oltre quaranta – raccontano fonti dei sindacati nazionali dei lavoratori edili – e ci risulta che ci sia anche Saverio Ruperto», professore ordinario di diritto privato alla Sapienza di Roma e apprezzato (anche dai sindacati) amministratore giudiziario della Tecnis nel periodo febbraio 2016-4 aprile 2017.L’obiettivo del governo è dunque salvare la Tecnis e il suo patrimonio di know how aziendale, dipendenti e cantieri attivi (tra i quali la Tiuburtina a Roma, il nuovo ospedale San Marco di Librino a Catania, la ferrovia Circumetnea sempre a Catania, un lotto del Passante ferroviario di Palermo, un lotto Anas della Salaria a Rieti, e commesse ancora da avviare per due appalti lotti Anas vinti nel 2016 e due concessioni ospedaliere in Calabria, (Gioia Taura e Salaria); si calcolano oltre un miliardo di euro di lavori in portafoglio.
Circa il fatturato l’ultimo bilancio ufficiale, il 2015, segnalava un calo a 198 milioni di euro, dopo il boom oltre 300 nel 2013 e 2014, ma soprattutto una perdita di 12 milioni, dopo anni di (seppur limitati) utili. Il rischio insolvenza era già emerso a fine 2015, aggravato dall’inchiesta Anas “Dama Nera” che ha coinvolto i proprietari di Tecnis Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, nella cui disponibilità l’azienda è tornata il 4 aprile scorso. Nel 2016, anno quasi interamente sotto la guida del Commissario Ruperti, l’azienda avrebbe fatturato (stando alla scheda del Mise, che però non è chiarissima sul periodo di riferimento) circa 296 milioni di euro, con una perdita nettà però di 30,8 milioni.

«La scelta del governo è senz’altro positiva – commenta Donato Ciddio, responsabile Feneal Uil per Mercato del lavoro e legalità, e Grandi opere – il commissario Marzano potrà perseguire i debitori con più forza, e potrà anche riaffidare l’impresa a terzi con bando, e potrà anche chiedere un fondo di dotazione pubblico per garantire la continuità aziendale senza dipendere nell’immediato dal pagamento degli arretrati delle Pa debitrici». Uno dei punti chiavi per Tecnis è infatti il mancato pagamento di : 11 milioni dall’Autorità portuale di Genova per premi di risultato (per accelerazione lavori conseguita nel 2016), 21 milioni dal Comune di Roma per i lavori sulla Tiburtina, riserve già riconosciute dai Ctu dei giudici, e altri lavori di Anas, per una decina di milioni. In tutto circa 40 milioni di euro di debiti non pagati che rischiano di affossare l’impresa.

L’avviso del Mise spiega che la società Tecnis e le altre società controllate hanno presentato il 26 maggi scorso un ricorso al Tribunale di Catania per la dichiarazione dello stato di insolvenza, e contestualmente hanno richiesto al Ministero dello Sviluppo l’ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi dell’art. 2 del DL 347/2003 (legge Marzano 2004).

La legge Marzano – spiega una scheda del Sole 24 Ore – è la procedura di amministrazione straordinaria delle grandissime imprese insolventi, introdotta nel nostro ordinamento a seguito del crack della Parmalat, e allo scopo di disciplinarne il dissesto, così come altri dissesti di rilevantissime dimensioni.

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