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Sbc, crollo dell’attività e un terzo di imprese in meno

24 maggio 2012 • News

Secondo l’Osservatorio CNCE (Commissione Nazionale Casse Edili) sulle costruzioni l’attività nel settore si è ridotta di un quarto in tre anni. La contrazione in numero di ore lavorate è stata rispetto all’anno precedente dell’11% nel 2009, dell’8% nel 2010 e del 6% nel 2011. Complessivamente, quindi, in tre anni si è registrata una contrazione del 25%. Una situazione che sembra destinata a subire un’ulteriore accelerazione negativa. Nel primo bimestre di quest’anno, infatti, il calo delle ore lavorate rispetto allo stesso periodo del 2011 è stata pari al 17,5%. I dati sono stati divulgati in occasione della prima Conferenza nazionale del Sistema Bilaterale delle Costruzioni, tenutasi a Napoli e patrocinata dall’Inail.

Il crollo di attività e la profonda crisi finanziaria che ha colpito il settore ha avuto e sta avendo effetti drammatici sul piano dell’occupazione. “Secondo i dati dell’Osservatorio che monitora circa l’80% del sistema e che a sua volta rappresenta circa la metà del totale dell’occupazione registrata ad inizio della crisi, nell’ambito del sistema bilaterale soltanto nel 2011 la perdita occupazionale ha riguardato 70.000 lavoratori. È realistico pensare che rispetto al 2008 oggi nelle costruzioni si siano perduti più di 300.000 posti di lavoro e considerati i dati della Cassa integrazione straordinaria altri 200.000 potrebbero scomparire a breve” ha precisato il Presidente della CNCpt Marco Garantola, che ha svolto la relazione introduttiva.

A sorprendere è in particolare il dato di febbraio. Nel secondo mese del 2012 si è assistito infatti a un crollo del 28% delle ore lavorate, scese a 33.966.181 dalle 47.064.227 dello stesso mese del 2011. Anche considerando l’emergenza meteo che ha attanagliato il Paese nella prima parte dell’anno, il dato resta impressionante. Soprattutto perché viene confermato dal calo del numero di imprese e operai iscritti alle Casse edili, che rappresenta un indicatore più strutturale e meno congiunturale.

A febbraio del 2012 – ha aggiunto il Vicepresidente della CNCE Massimo Trinci la quota di operai iscritti a 84 Casse Edili monitorate è diminuita del 12% rispetto allo stesso mese del 2011, passando da 420.207 a 367.710, con una perdita di oltre 50.000 addetti. Sulla base di questo dato è possibile stimare che in un anno, all’interno del sistema bilaterale delle costruzioni, siano stati espulsi non meno di 70.000 operai. Considerato che in questo sistema rientra circa il 50% del totale dell’occupazione del settore stimato dall’Istat e riguarda le imprese più strutturate, è ipotizzabile che soltanto nel 2011 nell’edilizia siano scomparsi almeno 150.000 posti di lavoro.“

Sono scese invece dell’11% le imprese attive iscritte in Cassa Edile. Erano 95.692 a febbraio 2011; sono state 84.745 nello stesso mese del 2012, con una perdita per il sistema di quasi 11.000 aziende.

Dall’inizio della crisi il numero delle imprese attive iscritte al sistema delle Casse edili si è ridotto a livello nazionale, mediamente di un 10% all’anno. Il che vuol dire che tra la fine del 2008 e la fine del 2011 sono scomparse dal mercato un terzo delle imprese. Solo nel corso del 2011 sono mancate all’appello 15.000 imprese.

Nel 2011 l’incidenza degli stranieri sulla forza lavoro è stata pari al 30%, un dato perfettamente in linea con la media degli anni a partire dal 2008 in poi. La percentuale di stranieri sul totale degli operai attivi varia al variare delle diverse aree geografiche prese in considerazione: è più alta al Nord-Ovest (42%), seguito dal Centro (39,5%) e dal Nord-Est (37%); mentre scende al Sud (8%) e nelle Isole (6,5%). Se si considera la divisione per qualifica, l’incidenza degli stranieri sale al 45% per gli operai comuni (con punte del 67,5% nel Nord-Ovest) e scende al 13% per gli operai specializzati.

In questo scenario è l’intero sistema di salvaguardia sociale che viene messo a rischio.

Il Sistema Bilaterale delle Costruzioni, gestito pariteticamente dalle organizzazioni di rappresentanza imprenditoriale e dei sindacati dei lavoratori, è rappresentato da 300 enti territoriali tra Casse edili, coordinate dalla CNCE (Commissione Nazionale delle Casse Edili), scuole edili coordinante dal Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia) e Comitati paritetici territoriali per la sicurezza, coordinati dalla CNCpt (Commissione nazionale paritetica per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro), che garantiscono servizi di assistenza, previdenza e di crescita professionale contribuendo in maniera rilevante ad assicurare condizioni di vita migliori e sicure a 700.000 lavoratori e alle loro famiglie, ovvero a più di 2 milioni di persone. “La crisi – ha sottolineato Massimo Calzoni, Presidente del Formedil ha generato una progressiva disgregazione innescando un meccanismo perverso che ha pesanti ripercussioni sul funzionamento dell’intero mercato del lavoro. A livello periferico la situazione sta diventando insostenibile: le imprese, che faticano a ottenere commesse e finanziamenti, non riescono a pagare i contributi ai loro lavoratori presso le Casse Edili, l’Inps e l’Inail. Questo impedisce loro di ottenere il Durc(Documento unico di regolarità contributiva), indispensabile per partecipare ai bandi per i lavori pubblici e privati. Si innesca così un circolo vizioso che potrebbe bloccare completamente il mercato”.

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