Infortuni sul lavoro. Le preoccupazioni del Formedil
Sannino: rafforzare i controlli nei cantieri valorizzando la formazione e il sistema bilaterale

I dati diffusi qualche giorno fa dall’Inail relativamente al 2015, se segnalano un ulteriore calo delle denunce di incidenti sul lavoro (-3,9%), registrano un improvviso aumento delle morti “bianche”, cresciute, trasversalmente a tutti i settori e in tutte le regioni, del 16%. Un dato rilevato sia riguardo agli infortuni “in occasione di lavoro” che “in itinere” nel tragitto verso il proprio posto di lavoro.

A colpire ancora di più e’ il dato relativo all’edilizia, da sempre uno dei settori di maggio rischio, che in un anno registra un incremento del 24% nelle morti. Si tratta di 132 vittime in 22 mesi, a fronte delle 106 dell’anno precedente.
Per Francesco Sannino, vicepresidente del Formedil “I dati Inail confermano purtroppo che il settore delle costruzioni è tra i più esposti. E il motivo va ricercato nella struttura stessa delle imprese, caratterizzata da elevata presenza di aziende artigiane di piccole e piccolissime dimensioni, dal lavoro a bassa complessità di prestazione professionale e dalle minime dotazioni di capitale e competenza organizzativa che non favoriscono l’investimento in sicurezza e prevenzione. Per questo sostenere la formazione, sia quella di ingresso che un aggiornamento continuo volto a far crescere la consapevolezza dei rischi e la conoscenza sulle regole della sicurezza e’ condizione essenziale e irrinunciabile”.

Per Sannino “all’ origine della crescita degli infortuni mortali vi è anche “la lunga crisi che ha portato molte imprese a risparmiare sia sulla regolarità dei rapporti di lavoro che nella sicurezza, infliggendo un duro colpo ai diritti e alle tutele dei lavoratori. Si è invertito un trend positivo di regolarizzazione, emersione dal nero e maggiore attenzione ai temi della sicurezza che aveva caratterizzato i primi anni duemila, con un aumento, invece, del lavoro irregolare a scapito il deterioramento della sicurezza. Il ricorso sempre più frequente a forme di lavoro più flessibili e vantaggiose economicamente hanno determinato una fuga dal contratto edile, l’abuso dei voucher e l’esplosione anomala delle partite iva. Se vogliamo evitare questo dramma sociale occorre ristabilire un circolo virtuoso di incremento qualitativo e quantitativo dell’occupazione, potenziare le politiche di formazione, rafforzare gli strumenti di contrasto quali la tracciabilità totale dei pagamenti e il DURC per congruità.” Per il vicepresidente del Formedil e’ “determinante arrivare all’applicazione di un unico contratto per tutti i lavoratori in cantiere che garantisca, come fa quello dell’edilizia, tutele e formazione adeguate alle specificità del lavoro svolto”. Sannino sottolinea il dato relativo ai casi di infortunio mortale tra gli over 60 (+38,3%), che “mostra chiaramente come sia urgente ridurre l’età pensionabile per gli edili che svolgono mansioni usuranti e altamente rischiose.

 

L’articolo su Civiltà di Cantiere

Meno infortuni e più morti. I dati Inail sugli infortuni sul lavoro

Il quadro offerto dai dati Inail 2015 è controverso e nell’edilizia il dato sugli incidenti mortali deve far riflettere.

Quello della sicurezza sul lavoro è sempre stato un nervo scoperto del mondo produttivo italiano. Tuttavia, le statistiche dell’ultimo decennio sembravano dimostrare che il nostro Paese, nel corso degli anni Novanta e Duemila primo nell’Unione europea in questo triste primato, aveva finalmente trovato la giusta direzione per diffondere la cultura della sicurezza. I dati del 2015 dell’Inail, pur segnalando un ulteriore ribasso per le denunce di incidenti (-3,9%), ci riportano con i piedi per terra.

Le morti “bianche” sono infatti cresciute, trasversalmente a tutti i settori e in tutte le regioni, del 16%. Un dato rilevato sia riguardo agli infortuni “in occasione di lavoro” che “in itinere” nel tragitto verso il proprio posto di lavoro.

Il dato sugli infortuni va certamente considerato più criticamente: da una parte infatti alla denuncia segue un’istruttoria che deve rilevare l’effettiva natura dell’infortunio, ma è anche vero che in Italia è ancora diffuso il lavoro nero e irregolare, dimensione che naturalmente i dati difficilmente fotografano.

A pesare, tuttavia, è quel +16% di incidenti mortali. Il mondo delle costruzioni, si sa, è sempre stato uno degli ambiti in cui l’incidenza di infortuni è più alta. E’ comunque assai grave che proprio nell’edilizia si registri un incremento del 24% nelle morti, che in cifre assolute significa 132 vittime, a fronte delle 106 dell’anno precedente. Per Francesco Sannino, vicepresidente del Formedil, le ragioni di questa particolare esposizione dei lavoratori edili ai rischi professionali va ricercata nella struttura stessa delle imprese del settore: “L’edilizia è caratterizzata da elevata presenza di aziende artigiane di piccole e piccolissime dimensioni, dal lavoro a bassa complessità di prestazione professionale e dalle minime dotazioni di capitale e competenza organizzativa che non favoriscono l’investimento in sicurezza e prevenzione”. La soluzione, prosegue Sannino, andrebbe trovata nell’incremento qualitativo e quantitativo dell’occupazione: “E’ necessario potenziare le politiche di formazione, rafforzare gli strumenti di contrasto al nero quali la tracciabilità totale dei pagamenti e il Durc per congruità, per arrivare all’applicazione di un unico contratto per tutti i lavoratori in cantiere. C’è poi da non sottovalutare il dato relativo ai casi di infortunio mortale tra gli over 60 (+38,3%), che mostra chiaramente come sia urgente ridurre l’età pensionabile per gli edili”.

A livello comunitario, le più recenti rilevazioni Eurostat continuano a inserire l’Italia tra i primi quattro paesi membri per infortuni, dopo Germania, Francia e Spagna, e tra i primi tre, ancora dopo Francia e Germania, per quelli fatali.