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La Ces contro Accordo Ceta e negoziati TTIP

31 ottobre 2014 • INTERNAZIONALE, News

La CES contro Accordo CETA e negoziati TTIP:

“Escludere il ricorso ai tribunali internazionali  e recepire le norme dell’OIL.”

Lo scorso 25 settembre il Consiglio Europeo ha approvato il testo negoziato dell’Accordo economico e commerciale globale (CETA) fra l’Unione Europea ed il Canada. Oltre 500 pagine che in fase successiva, dopo l’approvazione da parte del Consiglio, dovrà essere sottoposto all’attenzione del Parlamento europeo. Dal punto di vista politico, l’accordo CETA presenta gli stessi aspetti controversi  dei negoziati TTIP (partenariato transatlantico su commercio e investimenti) ovvero il negoziato che l’Unione Europea sta conducendo con gli Stati Uniti.

Il Comitato Esecutivo della CES (Confederazione Europea dei Sindacati) il 22 Ottobre si è espresso contro l’Accordo Commerciale Globale con il Canada (CETA), ritenendo che quest’ultimo ed che il TTIP, in fase di trattativa essenzialmente con gli USA, debbano escludere il ricorso ai tribunali internazionali  (ISDS) e debbano invece recepire le norme dell’OIL . Se ciò non avverrà si  finirà si favorirà  il dumping salariale, l’evasione fiscale etc mediante l’applicazione del livello minimo dei trattamenti.

Gli accordi, infatti,  prevedono l’introduzione dell’ISDS (meccanismo di risoluzione delle controversie investitori stranieri-Stato) che consente agli investitori stranieri di intentare contro gli stati un’azione di risarcimento dei danni qualora gli stati varino leggi e regolamenti che pregiudichino le possibilità di trarre profitto dagli investimenti. L’ISDS include un sistema con tribunali internazionali formati da avvocati specializzati in commercio internazionale, privi della possibilità di ricorso in appello. Un esempio esplicativo in questo senso è dato dal NAFTA per cui il Canada ha dovuto risarcire cospicui danni agli investitori USA per avere introdotto norme che disciplinano l’utilizzo delle sostanze cancerogene.

Tra l’altro gli accordi non prevedono l’inserimento della Carta dei Diritti dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro nonché della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Gli Stati Uniti hanno ratificato solo 14 su 190 convenzioni dell’OIL, solo 2 su 8 convenzioni fondamentali dell’OIL, una delle percentuali più basse del mondo. Inoltre non hanno ratificato le convenzioni 87 e 98, e secondo le rilevazioni del comitato sulla libertà di associazione, le stanno violando entrambe. In 24 Stati ogni forma di contratto di lavoro basato sull’appartenenza ad un sindacato (closed shops) è illegittima.

Per queste motivazioni e contro il dumping sociale siamo convinti, in linea con la CES, che un accordo TTIP accettabile debba includere accordi vincolanti che disciplinino l’occupazione, garantiscano le condizioni di lavoro e i salari e prevalgano come livello minimo nel paese ospitante.

 

 

 

 

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