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FENEALUIL - Stampa e Comunicazione

Rosaria Amato di Repubblica intervista Stefano Costa

20 febbraio 2024 • News, News salute e sicurezza

Metalmeccanici, giardinieri, badanti: perché le aziende evitano di applicare il contratto degli edili nei cantieri

L’articolo su La Repubblica di Rosaria Amato con l’intervista al Segretario Nazionale Stefano Costa

Stefano Costa (FenealUil): “Il nostro CCNL troppo oneroso per gli accordi sul welfare e l’obbligo di formazione sulla sicurezza”. Bruno Giordano (ex capo Ispettorato del lavoro): “Serve il contratto unico di cantiere”

18 Febbraio 2024

ROMA – Ai lavoratori del cantiere di Firenze dove ieri sono morti quattro operai era stato applicato il contratto dei metalmeccanici, ma non si tratta di un caso isolato, e nemmeno dell’unico tipo di contratto non di settore applicato agli operai. Negli anni i sindacati si sono imbattuti nelle situazioni più diverse, dal contratto per la florivivaistica (giardinieri) a quello per i badanti ai contratti pirata, applicati preferibilmente agli stranieri, ma non solo. L’obiettivo, spiega Stefano Costa segretario nazionale responsabile per la sicurezza di Feneal Uil. è quello di evitare la “la bilateralità e la formazione sulla sicurezza, che sono molto costose”.

Perché il contratto dei metalmeccanici non è certo un contratto a buon mercato, ma non prevede le 16 ore di formazione obbligatoria, e specialistica, previste dal contratto degli edili per chiunque metta piede in un cantiere, e neanche gli accordi sul welfare, costruiti negli anni per garantire una categoria tendenzialmente svantaggiata, legata alla durata dell’appalto, e quindi quasi mai con un contratto a tempo indeterminato.

“Il datore di lavoro con il contratto edile deve anticipare la tredicesima, e si prevedono sostegni importanti per il welfare. Un meccanismo complesso e costoso che molte piccole aziende evitano applicando i contratti firmati con i sindacati gialli. Questo è un settore con un tasso altissimo di dumping contrattuale”, denuncia Costa.

“Per superare la questione dei contratti non di settore servirebbe rendere obbligatorio un contratto unico di cantiere. – ragiona Bruno Giordano, ex capo dell’Ispettorato del Lavoro – Ma è ancora più grave quando non c’è nessun contratto: nei cantieri il tasso d’irregolarità è del 90%”.

Una situazione destinata a peggiorare con il nuovo codice sugli appalti, che non pone limiti al subappalto. Ed è proprio lì che si annida la possibilità di piccoli cantieri senza garanzie, a meno che non sia il primo committente a porre uno sbarramento, imponendo, come ha fatto il Comune di Roma per i contratti per il Giubileo, l’applicazione del contratto per gli edili anche per il subappalto.

Le vittime

Vittime dell’applicazione di contratti che non prevedono la formazione, se non, peggio ancora, dei contratti pirata e del lavoro nero, soprattutto gli stranieri, più ricattabili. E infatti per i romeni, da sempre la comunità straniera più presente nell’edilizia in Italia, era stato trattato un protocollo di garanzia, mai applicato, denuncia il deputato romeno Valentin Fagarasian: “Chi ha trascurato la sicurezza di questi uomini che ogni giorno costruiscono il futuro dell’Italia? – dice – Chi ha ignorato il protocollo che avevamo firmato con Bruno Giordano, ex capo dell’ispettorato del lavoro, per garantire i diritti e la dignità dei lavoratori romeni in Italia? Questo protocollo, che oggi giace in un cassetto, era frutto di una collaborazione tra i nostri due Paesi, che hanno in comune una grande comunità romena, la più numerosa e attiva nel settore edile”.

Fagarasian, arrivato in Italia prima come operaio, e diventato nel giro di pochi anni prima imprenditore, poi rappresentante degli imprenditori stranieri nella Cna, e infine deputato, una volta tornato in Romania, è il protagonista di una storia di successo, partita proprio nei cantieri edilizi in Italia. Ma non tutti sono così fortunati.

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