Molise, settore edile allo stremo
DAI QUOTIDIANI LOCALI
Molise, settore edile allo stremo
Il grido d’allarme lanciato da associazioni datoriali e rappresentanti dei lavoratori
“Se il 30 giugno non partiranno i cantieri della viabilità, si perderanno parte dei fondi stanziati e le opere
saranno ineseguibili” è quanto affermato dai sindacati di categoria insieme con le imprese, FenealUil, Filca-Cisl,
Fillea-Cgil e Ance Molise
CAMPOBASSO. Un settore allo sbando che non riesce ad intravedere la luce in fondo al tunnel. Una
problematica che sta diventando una vera e propria piaga sociale. Sono ormai anni che l’edilizia molisana è
in crisi e i numeri in tal senso sono eloquenti e fanno rabbrividire. Si è passati da 9.814 lavoratori occupati
nel 2009, con 1713 imprese attive, ai 5083 del 2014 con 1160 aziende.
Un dramma al quale si può porre rimedio esclusivamente appaltando i lavori e facendo ripartire i cantieri.
Per la sopravvivenza del comparto e il rilancio del settore si sono uniti sindacati e associazioni datoriali
per combattere una battaglia comune. Ieri, presso la cassa edile del Molise, sono scesi in campo i rappresentanti
delle imprese e i sindacati di categoria.
Il primo punto da cui partire riguarda il piano della viabilità e i 91 milioni di euro annunciati a gennaio del 2015
e divenuti nel frattempo, grazie a due atti integrativi, 107. C’è l’esigenza di fare presto perché le risorse europee
potrebbero essere perse. Lo scorso dicembre il finanziamento di ogni intervento è stato decurtato dell’1,5%,
mentre il 30 giugno, se non si dovesse partire, lo sarà del 15% e ciò renderà le opere ineseguibili. Perché
quei fondi, stanziati ad iniziato 2015, devono essere utilizzati con l’applicazione di un prezzario attuale. E
già questo renderebbe complicato la realizzazione delle opere. Se ci dovesse essere la decurtazione,
diventerebbe impossibile realizzare i lavori. Da qui il grido d’allarme lanciato ieri. Con un ultimatum: se
entro il 31 marzo non ci saranno risposte dalla Regione, sarà mobilitazione generale. Ance Molise, Feneal-
Uil, Filca-Cisl, FilleaCgil hanno denunciato l’emergenza in atto e pertanto chiedono alla Regione la messa
in sicurezza della viabilità regionale, con l’avvio immediato degli interventi del programma regionale
annunciato a gennaio 2015. Di tale programma era stata assicurata la certezza della copertura finanziaria.
Sulla destinazione di tali fondi e sullo stato delle procedure, le parti chiedono un confronto con risposte
concrete entro il 31 marzo. Data che segnerà inevitabilmente uno spartiacque.
“Il nostro unico interlocutore – ha affermato Umberto
Uliano, presidente dell’Ance Molise – è la Regione Molise. Che abbiamo interessato in più occasioni, senza
mai riceve risposte precise e puntuali. Ora attendiamo passi concreti perché non possiamo pensare di
arrivare alla prossima data del 30 giugno rischiando un’ulteriore penalizzazione del 15% sui finanziamenti
disponibili. Ciò determinerebbe un ulteriore danno ai lavoratori e alle imprese molisane che in questo
momento sono ferme da un punto di vista produttivo. Se non ci saranno risposte nemmeno questa volta, –
chiosa Uliano – e mi auguro che ciò non avvenga, immaginiamo, insieme ai sindacati, una mobilitazione
generale. I tempi e i modi li stabiliremo, ma sicuramente, una volta verificato che le istanze, sia di parte
datoriale, sia sindacale, resteranno inascoltate, metteremo insieme queste voci per farle sentire in maniera
più forte, augurandoci che possa servire. Dura la presa di posizione dei sindacati, come si evince nelle
parole di Roberto D’Aloia, segretario del settore edile della Uil. “E’ un grido d’allarme, un grido sociale di
tutto il settore delle costruzioni. Il motivo per cui oggi siamo insieme è stato d eterminato dall’approdo ad un
punto di non ritorno. Abbiamo perso oltre 5000 posti di lavoro – ha dichiarato D’Aloia – ma sembra che a
qualcuno non interessi. La crisi è profonda e l’immobilismo del governo regionale è inaccettabile. Non è
ammissibile non appaltare lavori che sono appaltabili: quei 91 milioni di euro sono cantierabili, lavori che
possono partire domani mattina. Il rischio al momento, con il trascorrere del tempo, è quello di incorrere
nella penalizzazione del 15% che renderebbe ineseguibili le opere. L’esempio lampante è quello della
tangenziale nord di Campobasso: se su quei 18 milioni di euro stanziati dovesse esserci una decurtazione
del 15%, pari a 2,7 milioni, l’opera non sarebbe più realizzabile. E ciò non è accettabile in un momento di
crisi in cui 4mila famiglie sono senza reddito. L’emergenza sociale è grave e pertanto – conclude il
segretario della Feneal-Uil – se non ci saranno risposte entro il 31 marzo saremo costretti alla mobilitazione
generale del settore delle costruzioni”. Sulla stessa lunghezza d’onda Pasquale Sisto della Fillea Cgil: “Gli
operai del settore non hanno più nulla. Esauriti gli ammortizzatori sociali e in seguito alle misure previste
dal Job Acts, che rende più severi i tempi e le coperture, sono allo stremo. E’ necessario intervenire subito –
dice ancora Sisto – per invertire la tendenza”. In merito agli ultimi dati è intervenuto Rapone della Filca Cisl:
“I dati aggiornati a settembre fanno registrare un lieve aumento. Ma si tratta di dati insignificanti: lo scorso
anno la massa salariale era di 27 milioni di euro, adesso è di 28. L’aumento di un milione si è concretizzato
con la crescita di qualche decina di operai. L’inversione si avrebbe solo con la crescita degli investimenti
pubblici nel nostro territorio. Siamo pronti a tutto perché ormai la povertà è dilagante ed è necessario
riappropriarsi della dignità del lavoro, della dignità dell’uomo e della famiglia. Sentiamo forte la
preoccupazione delle persone che rappresentiamo e per questo – conclude Rapone – siamo pronti alla
mobilitazione”.
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