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Marmo in lutto, cave e segherie tutte ferme

25 novembre 2015 • cemento, News

Il Segretario Generale FENEALUIL Vito Panzarella, insieme a tutta la FenealUIL, esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia per la perdita di Nicola.

DAL TIRRENO
marmo in LUTTO Cave e segherie tutte ferme
24 ore di sciopero nel settore del lapideo «Lavorando così tante ore concentrazione cala e questa è la
causa degli incidenti» I sindacati: «Nicola Mazzucchelli era un lavoratore modello per tutti»
Cinzia Chiappini
Grande adesione allo sciopero indetto dai sindacati a seguito della morte di Nicola Mazzucchelli, il cavatore
raggiunto lunedì alla testa da una pralina di filo diamantato che non gli ha lasciato scampo. Tutti i lavoratori
del monte hanno incrociato le braccia e anche tra le aziende del piano c’è chi ha deciso di abbassare le
serrande. Blocco totale dell’attività al monte e diverse adesioni anche dalle aziende del piano: il mondo
degli operatori del lapideo ha ricordato così, ieri, Nicola Mazzucchelli il cavatore di 46 anni morto lunedì
mentre si trovava sul posto di lavoro, alla cava 102. L’incidente, il secondo in poco più di due mesi, ha
addolorato profondamente gli addetti ai lavori che descrivono tutti Mazzucchelli come un cavatore
particolarmente attento alla sicurezza. Anche per questo molti sindacati chiedono una riduzione dell’ orario
di lavoro e delle pressioni sui dipendenti, per abbattere al massimo il rischio di distrazioni. «Secondo i dati
forniti dall’Inail, la nostra provincia era diciottesima nella classifica non certo lusinghiera che mette in
relazione il rapporto tra numero di occupati e infortuni: con la morte di Mazzucchelli siamo saliti al
dodicesimo posto, con un ulteriore peggioramento» premette Roberto Venturini, segretario Fillea Cgil,
ricordando la necessità di mantenere sempre alto il livello di attenzione, di abbassare la pressione sui
dipendenti e ripetendo l’appello già lanciato due mesi e mezzo fa. «Bisogna lavorare meno ore per limitare i
rischi. Il nostro è un settore che va bene e quindi la richiesta di straordinari è in aumento ma questo
aumenta i pericoli: noi chiediamo di ridurre l’orario». Sulla stessa lunghezza d’onda Giacomo Bondielli della
Filca Cisl: «Purtroppo quest’anno c’è stata un’impennata di incidenti. Dobbiamo riportare la sicurezza al
centro del dibattito. E invece si corre troppo mentre si lavora e come accade nello sport si rischia di perdere
lucidità. Questo però in cava significa purtroppo rischiare la vita. È la fretta che ci ha portato a questa
situazione. Bisogna tornare ad avere dei tempi giusti, fare una cosa alla volta». Particolarmente sconvolto
dalla morte di Mazzucchelli, Francesco Fulignani, segretario della Feneal Uil a cui il cavatore 46enne era
iscritto: «Lo conoscevo bene ed era uno che teneva moltissimo alla sicurezza, era in contatto costante con
Asl e frequentava corsi ogni momento. Dopo il doppio incidente del 1999, in quella cava la sicurezza era un
imperativo». Secondo il sindacalista «quello che è successo a Mazzucchelli ha dell’incredibile: il filo era
rivestito come prevede la norma ed è difficilissimo spezzarlo…Eppure è successo. E purtroppo – conclude
Fulignani – la perlina ha colpito Nicola alla tempia, senza lasciargli scampo». E se i sindacati di categoria
dei confederali chiedono in sostanza una riduzione dell’ orario di lavoro, dai Cobas del marmo arriva un
appello in controtendenza che va al di là del caso specifico: «Siamo preoccupati perché la chiusura del
pronto soccorso di Carrara allunga i tempi di percorrenza per gli incidentati. Oggi le cave sono scoperte e i
cavatori rischiano di morire in ambulanza» afferma il rappresentante del sindacato di base dei cavatori,
Dino Novembri. Secondo l’esponente dei Cobas, in condizioni di traffico scarso, le ambulanze
impiegherebbero anche venti minuti da Cararra centro a viale Mattei: «Prima i cavatori arrivavano al
Monoblocco in 5 minuti. Dovrebbero riaprire un pronto soccorso per le cave a Carrara, almeno per trattare i
traumi» polemizza Novembri andando a gettare sale su una ferita, quella della chiusura del pronto
soccorso, ancora aperta per molti cittadini. Giornata di lutto ieri quindi nel marmo, ma anche di lotta per
quel diritto dei lavoratori, tutti, che spesso viene calpestato, dimenticato, accantonato: il diritto alla vita.

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