Ieri lo sciopero a Genova
In migliaia in piazza per chiedere tutela dell’occupazione e sviluppo del territorio.
Ieri, a Genova, lo sciopero dei lavoratori dell’edilizia. In linea con quanto sta avvenendo nel resto del Paese, anche il capoluogo ligure è stato duramente colpito dalla crisi. “Il settore dell’edilizia, si legge nella nota dei sindacati edili di Genova, sta vivendo la peggiore crisi da sempre come nelle altre attività produttive. I dati generali registrano una flessione pari al 25% degli occupati nel periodo compreso fra il 2009 ed oggi. Egualmente il numero delle imprese è calato sensibilmente, mentre non si contano più le aziende in sofferenza che hanno drasticamente ridotto i livelli occupazionali, facendo lievitare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.”
Per questo gli edili di Genova sono scesi in migliaia ieri in piazza: per chiedere l’immediato avvio di una Conferenza delle Opere che ridia fiato a imprese e lavoratori. 35.000 sono i posti di lavoro persi in 3 anni a Genova e 2000 in provincia. Feneal Filca Fillea chiedono l’avvio immediato delle opere previste su Genova “che – affermano – rilancerebbe non solo l’edilizia, ma tutti i settori produttivi fornendo una risposta alla crisi che sta mettendo in ginocchio il Paese e le famiglie.”
"Come sindacato delle costruzioni rappresentiamo una realtà che localmente sostiene oltre 11.000 lavoratori e le loro famiglie, più l’indotto generato dalle opere," si legge nel comunicato stampa unitario con cui Feneal Filca Filllea si sono rivolti alla politica locale ma senza ancora ricevere alcuna risposta . “ Altre migliaia di lavoratori si dibattono fra estreme difficoltà nel comparto della cantieristica navale e del legno ed arredamento. A fronte di tutto questo, occorre chiedersi se non solo le imprese, ma anche i nostri amministratori abbiano fatto tutto il possibile per fronteggiare l’emergenza e costruire le strategie necessarie ad uscire dalla crisi. La risposta è impietosamente negativa, continuiamo ad assistere al balletto della politica che, fra proclami e sbandieramento di grandi iniziative, registra il mancato avvio delle opere infrastrutturali delle quali la città e la provincia necessitano.”