Gruppo Ferretti
SINDACATI DI NUOVO IN ALLARME PER IL GRUPPO FERRETTI.
FABRIZIO PASCUCCI, FENEAL UIL: “ L’AZIENDA NON RISPETTA GLI ACCORDI.”
Lo scorso anno la Ferretti yacht azienda italiana leader nella produzione della nautica è stata acquisita, a chiusura di una procedura concorsuale, dalla multinazionale cinese Weichai.“Non comprendiamo – affermano le organizzazioni sindacali nella nota – le ragioni che avrebbero indotto la Weichai ad un così repentino cambio di strategia dopo le tante rassicurazioni dei giorni scorsi e ci chiediamo se si ritiene possibile avviare una fase di rilancio partendo da un ridimensionamento della capacità produttiva? Noi pensiamo che invece sia vero il contrario.
"Le Organizzazioni Sindacali di categoria hanno già chiesto un incontro urgente alla direzione aziendale ed alla Weichai per chiarire la loro posizione in merito agli stabilimenti del gruppo che si ritiene non possa essere incoerente con quanto fino ad oggi affermato. Contestualmente Feneal, Filca e Fillea si attiveranno con le istituzioni a tutti i livelli e con il Governo per contrastare qualsiasi ipotesi di destrutturazione o di trasferimento all’estero di una delle eccellenze del Made in Italy. “Il sindacato – conclude la nota – è e sarà in campo per difendere una delle più importanti imprese del settore a livello mondiale e per tutelarne professionalità ed livelli occupazionali.”
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"La situazione del Gruppo Ferretti dunque è di nuovo critica" – ribadisce il segretario nazionale Feneal Uil, Fabrizio Pascucci, che spiega: “l’azienda non rispetta gli accordi presi al momento dell’acquisizione del Gruppo, lo scorso anno, da parte della società cinese Weichai.
“Dopo il salvataggio in zona Cesarini della società grazie all’acquisizione da parte del Gruppo Cinese, il piano industriale ‘promesso’ che doveva riportare l’azienda ai livelli di fatturato e redditività del passato, non è mai stato realizzato, anzi – denuncia Fabrizio Pascucci, Segretario Nazionale Feneal Uil – la quasi totalità degli 180 milioni fra capitale e linee di credito messi a disposizione dagli azionisti cinesi e dagli investitori finanziari che li affiancano, Royal Bank of Scotland e Strategic Value Partner, sembrano essere oramai esauriti.” “Inoltre – prosegue ilo segretario– sembra vi sia stato un ripensamento da parte dell’Amministratore Delegato sul rispetto degli accordi quadro relativamente alla costruzione di un nuovo polo produttivo a Forlì che addirittura potrebbe essere, invece, chiuso o trasferito in altri siti italiani Sarnico o La Spezia?, chiede Pascucci, o persino all’estero Stati Uniti?
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