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Vertenza Coop Costruzioni

17 marzo 2015 • News Territoriali

DAL RESTO DEL CARLINO

Coop Costruzioni Uno spiraglio Cinque ore di tensione, poi arriva la
fumata bianca Stop ai 200 licenziamenti
Ora si punta alla cassa integrazione in deroga

LA SOLUZIONE Niente contratto di solidarietà
Nuovo appuntamento con le istituzioni martedì 24

SIMONE ARMINIO
I licenziamenti in Coop Costruzioni non ci saranno. I soci-lavoratori, all’assemblea del
20, voteranno infatti un piano di ristrutturazione che non prevede più la richiesta di mobilità per 220 di loro su
463. Il sindacato, per parte sua, ha rinunciato a un nuovo contratto di solidarietà. Da oggi si lavorerà per
avviare in Regione un cassa integrazione in deroga. Le condizioni sembrano esserci. L’unico problema, non
essendo l’Inps a pagare questo tipo di interventi, è che le istituzioni dovranno rassicurare qualche banca e
convincerla ad anticipare i soldi. La situazione, insomma, resta complessa. Ma perlomeno nessuno si vedrà
recapitare una lettera di mobilità o dovrà votare contro se stesso. È il risultato di cinque ore di riunione ieri, a
Palazzo Malvezzi, sede della Città metropolitana, tra il vicepresidente di Coop Costruzioni, Nicola Ruggeri, il
direttore di Legacoop, Simone Gamberini, i segretari di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e FenealUil, il sindaco Virginio
Merola, il vicesindaco della Città metropolitana, Daniele Manca, l’assessore comunale all’economia, Matteo
Lepore, i tecnici di Città metropolitana e Regione. IL DIALOGO , a un certo punto, attorno alle 15, sembrava
dovesse saltare: voce grossa, pugni sul tavolo e una pausa di un’ora. Legacoop, pare, pur disponibile alla
nuova soluzione, non voleva rinunciare a far votare ai suoi soci-lavoratori, per sicurezza, il piano con gli
esuberi. Per strada, intanto, fin dalla mattina presto, con concentramento nel cantiere, ad aspettare il
responso c’erano più di un centinaio di lavoratori. Fischietti, bandiere e un aggeggio che ciclicamente imitava
il rumore di un martello pneumatico. Uno di loro ha urlato per tutto il giorno, puntuale come un orologio, un
‘vergogna!’ rivolto ai piani alti. Giusto per ricordare, a chi sta trattando, che loro sono lì, e ALLA FINE , per
fortuna, l’accordo arriva. Lo legge al megafono quando è ormai buio il segretario di Fillea-Cgil, Maurizio
Maurizzi, scortato da Cristina Raghitta, segretaria di Filca-Cisl e da Riccardo Galasso, segretario di Feneal-
Uil. Il punto principale, per sicurezza, viene ripetuto più volte: «Non ci sarà nessun voto sul licenziamento,
nessun ordine del giorno sulla mobilità, nessun piano di questo tipo. Coop Costruzioni si impegna, a verificare
l’utilizzo di ammortizzatori conservativi, che vi tengano attaccati all’azienda. E questo è merito vostro». A quel
punto, finalmente, scoppia l’applauso. Soddisfatto Virginio Merola: «Non abbiamo abbandonato né l’azienda
né i dipendenti. La discussione, ora, è sul piano giusto». La solidarietà? Gamberini ripete quanto aveva già
detto: «Avrebbe ingessato la cooperativa e non permesso la ristrutturazione necessaria». Meglio la cassa in
deroga. Il 24 marzo, quando è previsto un nuovo incontro con Manca, e se arriverà il via libera, si potrà
discutere delle singole posizioni dei lavoratori. «Accompagnando alla pensione chi può – spiega Gamberini –
alla mobilità volontaria chi vuole e alla riconversione gli altri». Perché, sia chiaro, gli esuberi restano. Ma
questa, in fondo, era l’unica cosa certa. Passuti, assente, in serata dirà: «Abbiamo sempre operato alla
ricerca di un’intesa, perché soci e lavoratori sono la ragione stessa dell’esistenza della cooperativa». PIÙ
FREDDI i sindacati. Anche se «questo risultato è di certo un passo avanti – avverte Maurizzi -, perché
abbiamo ottenuto una disponibilità a ragionare sugli ammortizzatori conservativi così da garantire un reddito a
lavoratrici e lavoratori». Per Cristina Raghitta «è importante avere evitato i licenziamenti: il tavolo istituzionale
ha dimostrato ancora una volta la sua efficacia. Ora tocca alla diplomazia». Riccardo Galasso: «Terminato il
muro contro muro, il percorso resta in salita, ma perlomeno c’è una strada da percorrere». Da stamattina,
infine, si torna a lavorare nei cantieri, via Rizzoli compresa. Comunque per il 24 marzo, giorno del match di
ritorno, è previsto un nuovo sciopero con picchetto sotto al Palazzo. «Senza comitato d’accoglienza – scherza
un lavoratore -, le discussioni non vengono bene».

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