29 gennaio 2015 • News
LAVORO: PER LA UIL, ANCORA TROPPI TAVOLI DI CRISI AL MISE, ORA STRATEGIA INDUSTRIALE
Secondo la UIL sono 153 le crisi aziendale e oltre mezzo mln i lavoratori
coinvolti.
Il segretario confederale della Uil, Paolo Carcassi, fa il punto, con Labitalia, sui
tavoli di crisi aziendali in corso presso il ministero dello Sviluppo
economico.
“A novembre 2014, erano 153 i tavoli di crisi aziendali ‘aperti’ al Mise, e che cioè si erano riuniti almeno
un volta nel corso dell’anno. I lavoratori coinvolti erano circa 450
mila più 90 mila circa delle aziende dell’indotto, per una cifra
complessiva che superava in modo abbondante il mezzo milione di
lavoratori. Ancora troppi, anche se alla fine dell’anno abbiamo
registrato un numero di casi sui quali il ministero dello Sviluppo
economico ha sviluppato un’iniziativa forte che ha portato a delle
intese e a una qualche forma di risultato”. Così il segretario
confederale della Uil, Paolo Carcassi, fa il punto, con Labitalia, sui
tavoli di crisi aziendali in corso presso il ministero dello Sviluppo economico.
“Sempre però, va ricordato, dopo la pressione del sindacato e la
mobilitazione dei lavoratori con il coinvolgimento del territorio
interessato dalla vertenza”, puntualizza.
Per la Uil, la “soluzione trovata ad esempio per l’Ast di Terni, la
Lucchini di Piombino e l’Eni di Gela” sono arrivate “sotto la spinta
della pressione del sindacato e dei lavoratori”, e “sull’onda
dell’emergenza, mentre servirebbe una strategia di politica
industriale nazionale”.
LAVORO: UIL, ANCORA TROPPI TAVOLI CRISI AL MISE, ORA STRATEGIA INDUSTRIALE (2) =
(Labitalia) – “La mobilitazione dei lavoratori, ad esempio anche nella
vertenza Electrolux, ha creato -osserva Carcassi- quel clamore
mediatico che ha contribuito ad evidenziare l’importanza delle aziende
non solo per i lavoratori direttamente coinvolti ma per l’intero
territorio”.
E nonostante le vertenze ‘chiuse’ a fine 2014 sono tanti ancora i
dossier scottanti che riguardano aziende e lavoratori. “La vertenza
più ‘calda’ in questo momento è certamente l’Ilva, che è la
testimonianza -spiega Carcassi- di come spesso non si considera che la
vertenza di un’azienda si porti dietro le difficoltà di tante altre
piccole e medie imprese collegate, che rappresentano la ‘spina
dorsale’ del sistema produttivo italiano”.
“E poi c’è la vertenza Meridiana che è di primaria importanza per la
Sardegna e in particolare per il territorio di Olbia”, aggiunge.
(segue)
LAVORO: UIL, ANCORA TROPPI TAVOLI CRISI AL MISE, ORA STRATEGIA INDUSTRIALE (3) =
(Labitalia) – Per il segretario confederale del sindacato di via
Lucullo, “è importante anche porre l’accento sulle problematiche che
riguardano il settore dei call center, in particolare in Sicilia”. “In
questo settore -sottolinea- va data continuità all’attività delle
aziende, va creato un sistema che non premi a priori i nuovi arrivati
con degli incentivi, creando un sistema destabilizzato e in cui non ci
sono condizioni di concorrenzialità adeguate”.
“Occorre affrontare le crisi aziendali -avverte- non con gli
interventi singoli, ma mettendo a punto finalmente una strategia di
politica industriale, individuando anche i filoni su cui scommettere
per la ripresa”.
“Quindi diciamo no -conclude Carcassi- ai finanziamenti ‘a pioggia’,
come è avvenuto recentemente con l’Irap concesso a tutte le imprese
indistintamente, ma piuttosto che ci sia una strada precisa da
seguire”.
(Pal/Labitalia)
28-GEN-15 15:46
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