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Verso Matera 2019

9 settembre 2015 • News Territoriali

Matera 2019: Anche i sindacati chiedono il raddoppio della Gioia-Matera
Ancora in primo piano la vicenda delle opere infrastrutturali da realizzare in occasione di Matera Capitale
della Cultura 2019.
Questa volta sono i sindacati Feneal-Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, rappresentati rispettivamente dai segretari
Domenico Paolicelli, Franco Pantone e Fernando Mega che in una conferenza stampa lamentano i ritardi
sulle opere che potrebbero dare slancio alla grande manifestazione che vedrà Matera protagonista per
l’intero anno 2019.
Tra le diverse opere prioritarie che i sindacati mettono in risalto c’è anche la ipotetica realizzazione del
raddoppio stradale Gioia del Colle – Matera su cui c’è già uno studio di fattibilità.
Il raddoppio della strada tra la nostra città e Matera sarebbe strategico in quanto dall’uscita del casello
autostradale di Gioia si potrebbe raggiungere Matera con un collegamento molto più agevole di quello
odierno.
Già oggi il casello di Gioia è punto di riferimento per molti turisti. Infatti per raggiungere Matera ma anche
Alberobello e le grotte di Castellana è agevole uscire appunto al casello della nostra città e proseguire sulle
strade statali.
Peccato che fino ad ora il sistema produttivo gioiese non si sia organizzato in alcun modo per trattenere il
turista prima del loro soggiorno nelle succitate e più blasonate realtà turistiche del nostro circondario.

 

dal quotidiano della Basilicata

Mega, Paolicelli e Pantone: «Il libro dei sogni non ci serve più» «Ora intervenga il sindaco»
Cgil, Cisl e Uil: «Avochi a sè la competenza delle opere incompiute»
Paolicelli, Mega e Pantone durante la conferenza stampa MATERA – Dal libro dei sogni che qualcuno tenta
ancora di propinare ai materani, le pagine si devono strappare. Ne sono convinti i tre segretari di Feneal-Uil,
Filca-Cisl e Fillea-Cgil che ieri hanno replicato alle dichiarazioni del sottosegretario alle Infrastrutture Nencini
e all’assessore regionale Aldo Berlinguer. Gli elementi a sostegno della loro contestazione, quella cioè che a
Matera e in provincia non ci sono opere cantierabili, sono tanti e portano in un’unica direzione: quella che il
sindaco De Ruggieri avochi a se’ la competenza delle grandi opere che dovranno essere realizzate nei
prossimi anni e in particolare quelle rimaste incompiute. In caso contrario chiami il commissario, Cantone,
perchè, come ha spiegato Fernando Mega (FilleaCgil): «Il 2019 non è la fine di tutto, ma ci auguriamo l’ini zio.
Noi non ci aggiungiamo a chi preferisce fare l’elenco della spesa. Non consumiamo un rito il cui risultato è
scontato ma le infrastrutture devono essere potenziate anche alla luce dei flussi turistici che arriveranno in
città. Il nostro ruolo è rivendicare sviluppo e occupazione. La politica degli annunci non serve più. Dopo 40
anni, fra un paio d’anni, ci consegneranno l’ultimo tratto della Bradanica. Delrio, Nencini e Pittella ci
dimostrassero il contrario. Le cinque opere cantierabili sono tutte in provincia di Potenza, per Matera non c’è
niente. Si va avanti in modo confuso e invece di chiederci scusa per i 550 miliardi buttati per la ferrovia
Matera-Ferrandina, si rilancia periodicamente quell’opera che invece non serve a nulla». E Mega lancia un
appello alla politica: «I consiglieri regionali del nostro territorio sono assenti». Le priorità che, se realizzate,
potrebbero rendere competitiva l’area del Materano sono state illustrate dai tre esponenti sindacali: dal
raddoppio della ex statale 7 Matera-Ferrandina alla linea ad alta velocità Taranto-Salerno, dal completamento
della tangenziale di Matera al miglioramento dell’ingresso di Matera sud; dalla realizzazione della
metropolitana leggera che liberi il centro storico al collegamento ferroviario Bari-Matera in 50 minuti fino ai
collegamenti con l’aeroporto di Bari alla realizzazione del terminal bus e al completamento delle infrastrutture
come Bradanica e Campus universitario. Per Franco Pantone (Filca-Cisl): «Campus, studentato e Bradanica
sono la vergogna nazionale. Se non ci si muove in maniera celere su questi cantieri, il rischio è che si
aggiungano alla 640 incompiute nazionali. Il cantiere della Bradanica è fermo da gennaio 2015, a marzo
l’azienda ci aveva chiesto 15 giorni per riorganizzare le fila. I problemi sul cantiere, intanto, si sono appesantiti
ulteriormente. Lo studentato, poi, è un’opera che è partita e dopo 8 mesi si è bloccata per rescissione
contrattuale, appaltata col 53% di ribasso. Oggi la Regione di questa opera non sa che fare. Abbia il coraggio
di riappaltare l’opera. Sul Campus, poi, grandi responsabilità: opera partita nel 2011, lavori fermi al 50%, i
tempi di consegna ad oggi sono sconosciuti mentre sono stati mandati via i lavoratori sindacalizzati. E nel
frattempo il sottosegretario Nencini viene a fare annunci mentre ci sono i cadaveri in putrefazione. Vogliamo
capire se c’è la volontà politica di far uscire questa regione dall’isolamento». Infine Cosimo Paolicelli (Feneal-
Uil): «Matera 2019 avrebbe dovuto essere il volàno della collettività, ma non è stato così. Con l’atteggiamento
che ha assunto la politica, si contribuisce a spostare Matera verso est. Bari infatti sta già usufruendo dei
vantaggi di questa vicenda. Il raddoppio della ferrovia non ci ha nemmeno riguardati. E’ stato fatto un
protocollo fra le due Regioni ma nessuno ci ha chiesto se c’erano lavoratori lucani che avrebbero potuto
essere utilizzati per quest’opera». Antonella Ciervo a.ciervo@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA «Per il
raddoppio della ferrovia per Bari nessuno ci ha coinvolti Nessuno ha chiesto se c’erano lavoratori lucani da
poter utilizzare Hanno fatto un protocollo tra le due Regioni Puglia e Basilicata Tutto qui»

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