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Vertenza Tecnis

24 febbraio 2016 • News Territoriali

La Repubblica edizione Palermo

Il commissario rassicura “I cantieri vanno avanti.” Operai oggi al lavoro
L’incontro con i sindacati, la promessa di pagare gli stipendi. Un vertice al ministero.
Il Comune: “Basta con i
ritardi”. L’obiettivo di Ruperto è ottenere dalla prefettura di Catania la revoca dell’interdittiva per recuperare liquidità

SARA SCARAFIA
Ripartono i lavori dell’anello ferroviario: oggi, dopo sei giorni di sciopero, gli operai torneranno in cantiere.
«Un atto di fiducia nei confronti del nuovo amministratore giudiziario», dicono Cgil, Cisl e Uil. A riaccendere
la speranza è stata la nomina di Saverio Ruperto ad amministratore giudiziario, stabilita ieri dal Tribunale
delle Misure di prevenzione di Catania dopo il maxi-sequestro della Tecnis per infiltrazioni mafiose. Subito
dopo aver ricevuto l’incarico, Ruperto ha deciso di incontrare i dipendenti nella sede dell’azienda di
Tremestieri Etneo: «Voglio rilanciare l’azienda», ha detto chiedendo agli impiegati di tornare a lavorare da
subito («ho bisogno del vostro aiuto») e promettendo agli operai che entro dieci giorni cercherà di pagare
gli stipendi arretrati. Ruperto ha sottolineato la volontà di portare avanti i cantieri più importanti aperti in
Sicilia: la metropolitana di Catania e l’anello ferroviario di Palermo.Il nuovo amministratore giudiziario
conosce l’azienda: già da mesi era stato nominato commissario prefettizio. Era stato proprio Ruperto, un
mese fa, a rassicurare Comune e Rfi sull’anello ferroviario. Rassicurazione che adesso – dopo l’investitura
del tribunale l’amministratore conferma. Con la decisione dei giudici Ruperto, che finora aveva rivestito un
ruolo da supervisore, prende in mano tutto il potere decisionale. L’azienda sarà gestita da lui per almeno
sei mesi, che il tribunale potrà prorogare a dodici. L’obiettivo della magistratura, hanno spiegato ieri il
procuratore Michelangelo Patanè e il sostituto Antonino Fanara, è «di risanare e reimmettere nel mercato
l’azienda in modo che possa operare nel rispetto delle regole e al riparo da interventi della criminalità
organizzata».
Ma qual è la ricetta di Ruperto per sanare le ferite di Palermo e Catania diventate città trincee? Anzitutto
trovare liquidità. Come? Ottenendo la revoca dell’interdittiva antimafia della prefettura di Catania, così da
poter firmare i contratti per gli appalti vinti e poi bloccati: ce ne sarebbero per almeno 250 milioni. Ma anche
battendo cassa chiedendo ai committenti di versare le quote arretrate per i lavori in corso. «Con il
provvedimento del tribunale si creano le condizioni per proseguire l’attività aziendale e dare nuovo
impulso», ha detto la Tecnis in serata. E ai quaranta operai di Palermo, le rassicurazioni sono bastate: oggi
torneranno in cantiere. Ma se Rfi – stazione appaltante della maxi-opera – sceglie il silenzio, il Comune
continua a ribadire la posizione espressa nei giorni scorsi: «Abbiamo chiesto a Ferrovie di contestare alla
Tecnis le gravi inadempienze e i ritardi nei lavori. Non possiamo consentire che si realizzi un’opera con
questa lentezza e con il pregiudizio sul suo esito finale. Un mese fa ci siamo fidati e il risultato è stato un
nuovo sciopero». Rfi prende tempo («Ci sono incontri in corso», fanno sapere) e ripete che se la Tecnis
non darà garanzie sufficienti percorrerà un’altra strada: due le ipotesi al momento in campo. La prima è
quella di riassegnare l’appalto alle ditte arrivate seconda , la Salini, o terza, la Sis. Ma in questo caso i
lavori subirebbero uno stop di almeno 18 mesi: l’appalto vinto dalla Tecnis è integrato, significa che
ciascuno dei partecipanti alla gara ha stilato un proprio personale progetto. Dopo l’analisi sui lavori eseguiti
in contraddittorio con la Tecnis, servirebbe dunque una revisione del piano di lavoro. La terza strada
sarebbe quella di bandire una nuova gara con il rischio che i tempi si allunghino ancora per eventuali
ricorsi. I sindacati sperano che con Ruperto amministratore che si apra «un nuovo percorso».
«Ci aspettiamo la continuità produttiva del cantiere e la soluzione rispetto al problema degli stipendi arretrati – dicono i
segretari di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Palermo, Ignazio Baudo, Antonio Cirivello e Francesco Piastra-
Ribadiamo la necessità di un confronto a un tavolo in prefettura con l’amministratore giudiziario e
con Rfi». E sindacati aspettano un segnale anche a Catania: «Speriamo che Ruperto riesca a mantenere
gli impegni presi», dicono Giovanni Pistorio e Carmelo Restifo della Cgil.
Il primo importante tavolo di confronto sarà domani al Ministero per lo Sviluppo economico dove Ruperto
incontrerà i sindacati per discutere di cassa integrazione e programmi di rilancio. Ma il vero nodo restano i
rapporti con le banche, attualmente interrotti.
Palazzo delle Aquile torna a chiedere a Rfi di intervenire: «I ritardi accumulati sono tali da pregiudicare già
l’opera». E non basta a rincuorare il fatto che oggi gli operai torneranno in cantiere. «Per quanto?», si
domanda l’amministrazione.

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