Summit per Craglia Marmi
Dal Corriere Adriatico Macerata
Summit per Craglia Marmi
CARLA PASSACANTANDO
Tolentino
I sindacati si mobilitano per tutelare i 34 dipendenti della Craglia Marmi e ricercare una soluzione che
scongiuri i licenziamenti e la chiusura della storica fabbrica che da cinquantuno anni opera nel settore
lapideo. I rappresentanti dei lavoratori nutrono forti dubbi sul piano presentato dalla proprietà e ritengono
necessario percorrere altre strade. La proposta dell’azienda prevede oggi il pagamento della mensilità di
novembre, a febbraio la tredicesima e la liquidazione del trattamento di fine rapporto in 12 rate a partire
dall’aprile del 2015 fino al marzo 2016, per complessivi 640 mila euro per tutti i dipendenti, tre dei quali sono
coperti da assicurazione.
Il futuro dell’azienda rimane quindi sospeso all’incontro di oggi, alle 15.30, nella sede di Confindustria
Macerata. Saranno presenti i sindacalisti, la proprietà, la Rsu aziendale. “Faremo in modo – ha detto ieri in
conferenza stampa Primo Antonelli della Cisl Filca – che l’azienda vada avanti, anche perché possiede dei
macchinari che non esistono nel centro Italia. Ci mettiamo a disposizione per salvaguardare i posti di lavoro”.
La Craglia Marmi lo scorso 4 dicembre ha avviato la procedura di mobilità per cessazione di attività con la
messa in liquidazione. Fabrizio Craglia è il liquidatore, mentre sono interessati dal licenziamento undici
impiegati a tempo determinato, un quadro e 22 operai. Già dal 2013 era stata avviata la cassa integrazione
guadagni ordinaria e dal 13 gennaio 2014 è in corso quella straordinaria per dodici mesi.
“A novembre l’azienda – ha aggiunto Antonelli – aveva riferito di avere difficoltà con le banche e stava
tentando la ristrutturazione del debito pari a 3 milioni e 800mila euro che purtroppo non c’è stata.
Aspettavano, così, una convocazione invece è arrivata la raccomandata che comunica l’apertura della
mobilità per tutti i dipendenti per cessazione di attività. Ora ci sono 45 giorni di discussione per un accordo.
Se non si raggiunge subentrano le istituzioni e ci sono altri 30 giorni. Il problema è che se non c’è l’accordo
per il 31 gennaio 2015 tutti i 34 lavoratori saranno a carico dell’azienda”.
La situazione è drammatica per Sergio Campanari di Uil Feneal. “L’azienda – ha affermato – deve uscire allo
scoperto, deve mettere sul tavolo tutta la verità. Con forza chiediamo soluzioni alternative, come l’intervento
delle istituzioni”. Massimo De Luca della Cgil Fillea, ha ricordato che la Craglia Marmi ha un deposito in
provincia di Verona e ha ribadito che “la proprietà deve essere chiara. Abbiamo recepito che forse ci sono
altre manovre. Interesseremo del caso il Comune di Tolentino, la Provincia e la Regione”.