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Natuzzi, domani l’incontro al Ministero

4 luglio 2013 • News

NATUZZI. DOPO L’ARTICOLO SUL CORRIERE DELLA SERA A FIRMA di DI VICO.

FENEAL UIL: “NECESSARIO FARE UN PO’ DI STORIA E DI CHIAREZZA.”

Il segretario Nazionale Feneal Uil Fabrizio Pascucci torna a parlare della Natuzzi alla vigilia dell’incontro con le parti sociali che si terrà domani presso il Ministero dello Sviluppo Economico e dopo l’annuncio da parte dell’azienda del nuovo piano industriale che prevede 1726 esuberi, ma soprattutto prendendo spunto dall’articolo pubblicato ieri sul Corriere della sera a firma di Dario Di Vico proprio sull’imprenditore Pasquale Natuzzi e la sua azienda.

“Sullo sciopero messo in atto dai lavoratori vorrei innanzitutto chiarire – dichiara il segretario Pascucci – che non ci sono lavoratori cosiddetti “aziendalisti” che lavorano nonostante la protesta in atto. La verità è che i lavoratori della Natuzzi hanno deciso di concerto con le organizzazioni sindacali e portato avanti, a partire da ieri uno ‘sciopero bianco’, vale a dire una protesta parziale che ha mantenuto bassa la produzione all’interno degli stabilimenti.”

“Per fare veramente la storia della Natuzzi spa – prosegue – dobbiamo ricordare a tutti che già negli anni ‘90 quest’impresa ha usufruito di agevolazioni statali con un altro accordo di programma di qualche centinaio di miliardi di lire. Sono state le organizzazioni sindacali, che oggi così facilmente vengono accusate, – spiega il sindacalista  – a evidenziare i primi sintomi della crisi dell’area produttiva, infatti già nel 2002 si profilava profonda e strutturale, e a richiedere per questo motivo un confronto con le istituzioni facendo istituire un tavolo nazionale presso il Ministero dello Sviluppo Economico. A partire dal 2003 poi, e fino ad ottobre del 2013, l’azienda ha utilizzato varie volte la cassa integrazione, anche grazie alla leale e fattiva collaborazione delle organizzazioni sindacali che si sono impegnate nonostante i vari piani industriali che di volta in volta ci venivano annunciati e per poi essere cambiati dai vari amministratori delegati della società che venivano licenziati dopo pochi mesi.”

Un altro punto su cui il segretario si sofferma riguarda le affermazioni dell’imprenditore Pasquale Natuzzi circa le responsabilità nel combattere lavoro nero ed illegalità da parte del sindacato “contro cui – ricorda il segretario – da sempre siamo impegnati sul territorio e a livello nazionale attraverso azioni di lotta sindacali e congiunte, protocolli d’intesa, iniziative e manifestazioni.”

“Venendo ad oggi, come sempre, noi organizzazioni sindacali abbiamo dato credito al progetto di riorganizzazione aziendale della Natuzzi di circa un anno fa che già prevedeva 1200 esuberi, e nell’ultimo accordo di cassa integrazione, come nei precedenti, abbiamo proposto tutta una serie di politiche attive del lavoro che miravano a riassorbire la stragrande maggioranza dei lavoratori nella produzione diretta della Natuzzi spa, ma finora né le verifiche sono state fatte né quelle azioni sono state messe in campo.” “Oggi, dopo la firma dell’accordo di programma, siglato l’8 febbraio 2013 dopo anni di richieste e circa una ventina di incontri, cosa resta dell’accordo che doveva essere lo strumento per la riorganizzazione dell’azienda leader dell’arredamento in Italia e per il rilancio di tutto il territorio delle Murge? – si domanda il sindacalista – E’ mai possibile che l’unica risposta data e senza alcuna prospettiva sia licenziare 1726 lavoratori? Noi non lo possiamo accettare.” “La nostra posizione – conclude Pascucci – è disponibile al confronto con imprenditori, giornalisti, istituzioni e chiunque voglia discutere del nostro operato lungimirante, trasparente e  corretto, in tutte le sedi pubbliche ed istituzionali dove possa emergere la realtà dei fatti e dei comportamenti di un imprenditore non più in sintonia con il mercato e con le strategie moderne di marketing, design e distribuzione.”

“Per ora rimaniamo in attesa dell’incontro di domani che temiamo però possa risolversi in un ennesimo  ‘scarico di responsabilità’ tra istituzioni, da una parte, ed imprenditori, dall’altra, entrambi privi della capacità di produrre iniziative in grado di rilanciare il tessuto industriale del distretto murgiano., nonostante i cospicui investimenti (101 milioni di euro) messi a disposizione.”

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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