Italcementi di Vibo Valentia
Continua la protesta dei lavoratori. Coinvolte le Istituzioni per scongiurare chiusura e salvaguardare l’occupazione.
Da giorni i lavoratori dello stabilimento Italcementi di Vibo Valentia stanno protestando per difendere ‘con le unghie e con i denti’ i loro posti di lavoro e per far sentire la propria voce, decisi a mettere in atto ogni iniziativa utile a scongiurare la chiusura annunciata da Italcementi.
“Nei giorni scorsi – spiega il segretario nazionale Feneal Uil Pierpaolo Frisenna – il preoccupante comunicato della Direzione Aziendale di totale e definitiva chiusura del sito produttivo, a conclusione della prossima annualità di CIGS, ha attivato una serie di iniziative sindacali per tentare di scongiurare questa decisione, verificando con tutti i soggetti interessati le possibili alternative.Siamo consapevoli degli effetti della crisi del settore delle costruzioni sui vari comparti collegati, tra cui appunto quello del cemento, ma continueremo a sostenere i lavoratori per cercare soluzioni utili a salvaguardare le professionalità di questo importante Gruppo e ad impedire la desertificazione industriale di questo particolare territorio sempre a rischio economico e sociale.”
Qualcosa sembra che si stia muovendo. Innanzitutto con la sottoscrizione il 9 luglio scorso di un documento d’intesa, condiviso unanimemente da tutti i soggetti interessati, che ha coinvolto l’azienda ad accompagnare imprenditorialmente il percorso per garantire una possibile riconversione.
“Permane lo stato di attenzione e la promozione di iniziative sia nei confronti dell’Azienda che delle istituzioni interessate, finché non verrà individuata una soluzione accettabile che garantisca i livelli occupazionali. Ultimamente questa azienda ci sta abituando a iniziative e comunicazioni contraddittorie rispetto ai percorsi comunemente individuati. Nel caso di Vibo Marina non ci spieghiamo i ritardi accumulati e alcune incomprensibili decisioni assunte. Resta comunque il nostro responsabile impegno a trovare le possibili ed alternative soluzioni.”