“Il Governo ci ascolti e cambi verso”
SCIOPERO GENERALE NAZIONALE UIL CGIL DEL 12 DICEMBRE
“IL GOVERNO CI ASCOLTI E CAMBI VERSO”.
DOPO LA MOBILITAZIONE DEL 27, GLI EDILI SI PREPARANO ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 12 DICEMBRE
Lo scorso 27 novembre gli edili di UIL CGIL CISL sono scesi uniti nelle piazze di tutta Italia al grido “in lotta per il futuro” per riportare l’attenzione delle istituzioni sui problemi di uno dei settori più martoriati dalla crisi, le costruzioni. Un primo risultato è stato già raggiunto – hanno fatto sapere i sindacati – con la convocazione di un incontro con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Lupi per il prossimo 9 dicembre.
Ora ci si prepara al grande sciopero nazionale generale di tutti i settori che porterà in piazza UIL e CGIL insieme contro Job Act e manovra.
Alla manifestazione regionale a Roma del 27 Vito Panzarella – Segretario Generale FENEALUIL è intervenuto con i segretari Generali Fillea e Filca, alla presenza dei Segretari Confederali Barbagallo, Camusso e Sbarra.
“Siamo in piazza oggi, e lo saremo di nuovo il 12, perché il governo ci ascolti e le nostre richieste siano chiare una volta per tutte. Tagli agli investimenti e allentamento delle regole non sono la risposta. Non producono lavoro, nè crescita ma solo disoccupazione.” Per il segretario “occorre una nuova visione di sviluppo per il settore e vere politiche industriali, intervenire sugli appalti riducendo il ricorso al massimo ribasso e rafforzando il principio della responsabilità solidale, e sulla regolazione del mercato del lavoro, “mentre – ha aggiunto – si continua a propagandare di flessibilità che aumenterebbero i posti di lavoro. Se così fosse – ha spiegato – l’edilizia sarebbe il settore più florido e ricco di manodopera, dal momento che il 95% delle imprese è sotto i 15 dipendenti, e si può licenziare per fine cantiere o addirittura per fine fase lavorativa. Sarebbe, invece, fondamentale – ha terminato – affrontare con serietà il problema delle storture del mercato del lavoro derivanti dall’abuso delle false partite iva ed invertire la tendenza alla deregolamentazione del settore respingendo l’attacco ad uno strumento fondamentale come il DURC e rinforzando, al contrario, gli strumenti di contrasto e prevenzione.”
Nei vari presidi, sit – in e manifestazioni in giro per l’Italia sono risuonate le voci e i disagi dei lavoratori a testimoniare una situazione che non vede via di uscita. “Quello che chiediamo da tempo è di rilanciare l’occupazione nel settore a partire dagli investimenti pubblici, da una accelerazione dei tempi di spesa e da un aumento effettivo delle risorse disponibili con uno sblocco reale e selettivo del patto di stabilità per i comuni finalizzato, ad esempio, alla messa in sicurezza del territorio, per la ripresa di un settore trainante per l’intera economia italiana all’insegna di un nuovo modello di sviluppo più rispondente ai bisogni reali del Paese.
Dunque il 12 gli edili tornano in piazza, questa volta insieme a tutte le categorie del settore privato e pubblico della UIL e della CGIL. “Sarà una giornata importante – si legge in una nota Feneal – di mobilitazione nazionale per informare le lavoratrici ed i lavoratori sui contenuti della Legge di Stabilità 2015 e del Jobs Act ritenuti da noi non sufficienti al rilancio della crescita e allo sviluppo del lavoro nel nostro Paese.”
Per il sindacato che chiede un cambio di rotta “Le politiche economiche e quelle sul lavoro del governo hanno peggiorato le condizioni di vita di milioni di persone, indebolito i sistemi di protezione sociale e ridotto le tutele per chi è più colpito dalla crisi. Si può far crescere il Paese se si investe sul lavoro e si aiuta chi è in condizione di disagio, se si accetta la scommessa dell’innovazione e si promuove più equità fiscale.”
Intanto le organizzazioni fanno sapere che la mobilitazione si articolerà in tante manifestazioni a carattere regionale e/o territoriale e sarà preceduta da numerose assemblee che si svolgeranno a partire dai prossimi giorni.
LA NEWSLETTER FENEALUIL N. 3
« Ss Licodia Eubea-Libertinia Lo Studio della Uil sul Jobs Act »