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Esecutivo Feneal

21 gennaio 2020 • News

“Gli ultimi dati Istat confermano l’andamento congiunturale negativo delle costruzioni segnando una contrazione dell’1,2% del trimestre settembre – novembre 2019 rispetto al trimestre precedente. A novembre -4% rispetto al mese di ottobre”. A ricordarlo il segretario generale FenealUil Vito Panzarella nel corso dei lavori dell’Esecutivo della Federazione. “Una fotografia che rende conto, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, di un settore che non decolla e in cui occorre investire in maniera strutturata a partire da un vero piano di prevenzione per la messa in sicurezza del territorio. Il nostro patrimonio edilizio è molto vecchio e circa il 75% degli edifici residenziali è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica ma accade, invece, che le risorse stanziate per il sisma bonus finiscano per non essere spese. A questo la politica deve dare una risposta in termini pratici, con provvedimenti che rendano più accessibili questi strumenti che si confermano strategici ed importanti ma solo quando ne viene incentivato l’uso. Intanto la buona notizia che il piano operativo per il dissesto idrogeologico 2019 stanzia ulteriori 361 milioni di euro per 236 interventi sul territorio nazionale, ma il problema di come utilizzare questi fondi resta, perchè in Italia manca ancora un piano per la prevenzione mentre si continua a spendere ancora troppo per riparare ai danni anziché prevenire i rischi.” Per il segretario l’edilizia deve essere il volano per lo sviluppo e la creazione di buona occupazione ma “servono politiche di lungo corso che rilancino gli investimenti pubblici e privati, senza dimenticare di dare risposte alle molteplici vertenze aperte presso il Mise, 160 tavoli che coinvolgono circa 1 milione e mezzo di lavoratori, tra cui migliaia solo nel settore costruzioni dove la crisi ha messo in ginocchio anche i grandi colossi come Condotte, Spea, Tecnis, Cmc e Astaldi.” Ed ancora sui rinnovi contrattuali integrativi: La sicurezza deve essere la priorità con più formazione e prevenzione. 1000 morti l’anno e, di contro, tagli alle risorse per i controli e la prevenzione rappresentano un grave controsenso  che un paese civile non può permettersi.”

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