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CCNL imprese di restauro beni culturali

6 febbraio 2014 • News, restauro

CCNL imprese di restauro beni culturaliUN CONTRATTO CHE TOGLIE SALARIO E DIRITTI AI LAVORATORI

 

Un contratto che toglie salario e diritti” è il giudizio di Feneal

Uil – Filca Cisl – Fillea Cgil sul Contratto Nazionale sottoscritto da

Ugl Costruzioni e Finco per i dipendenti delle imprese di restauro di

beni culturali, promosso dall’ Associazione Restauratori d’Italia.

Per i sindacati “non corrisponde al vero quanto affermano i firmatari di

quel contratto e cioè che vengono riconosciute le alte professionalità

del settore” come gli operatori del restauro artistico, “già da anni

contrattualizzati nel CCNL edile per il lavoro in cantiere e, in parte,

dal CCNL legno e lapideo per l’attività in laboratorio. A questi

lavoratori, che rappresentano la fetta più importante del totale degli

addetti, questo nuovo contratto taglierebbe sensibilmente la retribuzione,

che oggi prevede, a parità di mansioni, minimi tabellari decisamente più

elevati. Non solo, ma con questo nuovo contratto verrebbero a perdersi

anche la contrattazione integrativa territoriale – oggi garantita dai

contratti vigenti e per questo nuovo contratto invece tutta da fare – ed

il ruolo della bilateralità di settore, con una ulteriore perdita che

oscilla tra i 300 ed i 500 euro netti mensili.”

“Oltre all’arretramento salariale e normativo per i lavoratori, questo

nuovo Contratto Nazionale avrebbe un effetto dirompente nel mercato

del lavoro del settore” proseguono i sindacati“ producendo un dumping contrattuale tra le imprese

operanti nei settori edilizia, legno e materiali lapidei.”

“A pagarne il prezzo sarebbero le imprese che applicano i contratti

vigenti, schiacciate dalla concorrenza al ribasso di chi applicherà

questo nuovo contratto, ed ovviamente i lavoratori, che oggi si

troverebbero a fare i conti non solo con una crescente precarizzazione, ma

anche con una diversa e più penalizzante contrattualizzazione.”

Per Feneal Filca Fillea inoltre “l’esito di questa iniziativa di Ugl, Finco e

Associazione dei Restauratori d’Italia, associazione nota nel settore

per essere costituita prevalentemente da titolari di aziende operanti nel

campo del restauro, “rischia di avere ripercussioni pesanti sull’intero

sistema delle imprese e sulle condizioni di vita di decine di migliaia di

lavoratori e lavoratrici del settore, e lascia aperta una questione: su

cosa si fonda realmente la rappresentatività dei soggetti che l’hanno sottoscritta?”

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