M. Trinci, Segr. Generale Feneal Uil
ESECUTIVI UNITARI CGIL CISL UIL DEL 30 APRILE 2013
Nei giorni scorsi si sono tenuti a Roma gli Esecutivi unitari CGIL CISL UIL presso la sede dell’Inail per discutere della gravissima situazione economica e dell’emergenza sociale che il nostro Paese si trova a dover affrontare. Presenti le segreterie nazionali confederali, delle categorie e dei vari organismi sindacali i cui esponenti si sono avvicendati sul palco per esporre questioni e problematiche sui vari aspetti del lavoro. “E’ stato un momento di discussione, confronto e proposta unitario molto importante che non si verificava da troppo tempo – commenta Massimo Trinci, segretario generale Feneal Uil, intervenuto nel corso del dibattito “ e che diventa necessario in un frangente così estremamente difficoltoso per la nostra economia”
Le tre organizzazioni si sono riunite per parlare di crisi e proporre soluzioni immediate alle questioni impellenti che premono sul mondo del lavoro e per continuare a dare seguito all’accordo interconfederale su rappresentanza e rappresentatività del 2008.
Nel suo intervento Trinci si è soffermato sulla crisi del settore edile e sull’impatto devastante che essa ha avuto su tutti i comparti delle costruzioni. “Siamo consapevoli che il settore in questi anni sia profondamente cambiato in consistenza e struttura e che mai più ritornerà ad essere quello di una volta, né lo vogliamo”, ha esordito il leader FeNEAL UIL intervenendo all’assemblea. “Dobbiamo invece superare il modello che lo ha caratterizzato nella fase pre- crisi, fatto di investimenti sbagliati e soprattutto inutili e che hanno finito per degradare ancora di più le periferie delle nostre città. Dobbiamo, invece, riuscire a far sopravvivere quel che resta del settore per poter al meglio rilanciare un nuovo sviluppo, differente, sostenibile, legale e di qualità, basato su recupero dell’esistente, ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio pubblico e storico, manutenzione del territorio.”
“Le cifre parlano chiaro e sono sempre meno confortanti. In cinque anni di crisi, dal 2008 al 2013, – il segretario ha ricordato – abbiamo registrato nel settore dell’edilizia – 400.000.000 ore lavorare, – 2 miliardi di massa salariale nel sistema casse edili, 60.000 imprese chiuse, di cui 10.000 per fallimento ed oltre 300mila lavoratori dipendenti hanno perso il proprio lavoro.” “Con essi il settore ha perso un grande patrimonio professionale”, prosegue Trinci spiegando “che sempre più spesso sono le imprese sane e più virtuose, quelle che non ricorrono al lavoro nero, a dover chiudere i battenti, soffocate dai mancati pagamenti e dalla stretta creditizia, incapaci di andare avanti come hanno sempre fatto. In tal modo il settore non solo si è impoverito, perdendo lavoratori e reddito, ma si è anche destrutturato e indebolito, preda di infiltrazioni criminali e mafiose che, senza i necessari interventi e controlli, difficilmente si riescono ad individuare ed annientare.” “Si deve agire subito – ha aggiunto – per assicurare un futuro alle imprese sane che operano secondo le regole e per fermare il collasso di un settore centrale come il nostro, che rappresenta l’11% del Pil dell’intera economia italiana, e bloccare il fenomeno delle false partite iva, il cui numero ha raggiunto oramai quello dei lavoratori dipendenti, equiparando il più possibile il costo del lavoro dipendente e quello autonomo.”
Dopo questa allarmante disamina il leader degli edili Uil ha illustrato quali sono le risposte da dare subito al Paese in tema di lavoro. “Innanzitutto – ha spiegato – bisogna abbassare il costo del lavoro. Ma ancora più prioritario è il pagamento dei crediti avanzati dalle imprese nei confronti dello stato, per l’edilizia 19 miliardi sugli 80 complessivi, il 25%.” Altra questione fondamentale per Trinci è lo sblocco del Patto di Stabilità che impedisce ai comuni di utilizzare le risorse a disposizione delle amministrazioni locali, circa 8, 6 miliardi. “Un’attenuazione del Patto – ha continuato – consentirebbe ai comuni virtuosi di poter investire in piccole opere a tutela del territorio, nella manutenzione degli edifici pubblici come le scuole e gli ospedali, in interventi, cioè, basilari per migliorare la nostra qualità di vita e ridare, allo stesso tempo, respiro all’economia.”
Il segretario ha parlato anche della necessità di semplificare le pratiche amministrative “nelle cui lungaggini spesso si cela corruzione e malcostume” e poi ancora del importanza di una politica fiscale della casa “che limiti gli effetti recessivi su un settore chiave come l’edilizia attraverso incentivi per le ristrutturazioni e l’utilizzo di nuove tecnologie ecosostenibili.” “Serve – ha spiegato – un piano di edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale partendo dalla messa a norma degli edifici per poi magari pensare alle ‘piscine’, ed ancora mutui agevolati per le giovani coppie.”
Il segretario ha poi voluto ribadire i rapporti di unità che hanno sempre caratterizzato le organizzazioni sindacali nella categoria degli edili e che con la crisi si sono rafforzati, rilevando invece sul piano imprenditoriale un effetto contrario:“Altra conseguenza grave della crisi – ha rilevato – è lo sfaldamento della compagine imprenditoriale che si sta verificando nel settore costruzioni, dove le associazioni imprenditoriali hanno finito per perdere la loro connotazione nazionale trovandosi, invece, uniti e compatti soltanto nel presentarci le loro controproposte sul tavolo della contrattazione per il rinnovo del contratto nazionale dell’edilizia che ci riportano indietro di 20 anni.” “Molteplici – ha ricordato – invece sono stati i momenti unitari di mobilitazione tra noi sindacati, sia a livello territoriale che nazionale,a partire dalla manifestazione del 3 marzo 2012 indetta unitariamente da Feneal Filca Fillea. “Continueremo con questa mobilitazione sui territori e a livello nazionale con una manifestazione unitaria che – ha annunciato – per gli edili sarà il 31 maggio, due giorni prima della festa della Repubblica e del Lavoro, e che si collocherà all’interno del percorso di iniziative territoriali e regionali, confederali e di categoria, deciso dalle segreterie confederali CGIL CISL UIL che si concluderà nella grande manifestazione generale del 22 giugno.”
Terminando l’intervento il segretario ha affermato di non voler toccare il problema degli ammortizzatori sociali “perché ritengo – ha spiegato – che siano atti dovuti e che devono essere risolti immediatamente.” Rivolgendosi, infine, al nuovo governo e sottolineando il momento drammatico che vive il Paese ha auspicato il più ampio coinvolgimento delle forze sindacali nella discussione e risoluzione dei problemi. “Il sindacato – ha concluso – rappresenta l’organizzazione più democratica di questo Paese che deve farsi carico dei problemi dei lavoratori, dei loro redditi tentando di tamponare l’emorragia occupazionale che sta diventando emergenza sociale. Ci aspettiamo una proposta concreta che risollevi il Paese e riattivi la crescita, soprattutto favorendo i giovani e le fasce più deboli.”