MENU

MENU
170537853-7286a3cc-9bac-4226-895b-203cbea2a762

Veneto, in edilizia persi altri 5.500 addetti

7 settembre 2015 • News Territoriali

RASSEGNA TERRITORI

dal mattino di Padova

Edilizia , persi altri 5.500 addetti
La Uil a Zaia: «Serve un piano»
VENEZIA La Uil lancia l’allarme sulla crisi dell’edilizia, che continua a perdere lavoratori: dal 2009 siamo
passati da 179.943 a 138.473 occupati e in questi sette mesi abbiamo perso altri 5.500 posti di lavoro. «È
una emorragia che non si riesce a fermare. Il dato occupazione è ancora più preoccupante se si considera
che il comparto edile era una locomotiva per la nostra Regione, con un indotto destramente articolato. Siamo
in poche parole una delle Regioni, che nel comparto edile, ha perso maggiormente» A parlare è Valerio
Franceschini, della Feneal Uil, che lancia un appello alla Giunta Zaia: «Il settore edile non ha mosso un
passo, ma non siamo nemmeno riusciti a stabilizzare il settore. Il governo regionale deve mettere in atto
strategie specifiche e fare molto di più di quanto non sia stato fatto inpassato». Franceschini annuncia
richieste ben precise: «Serve un tavolo tecnico, con incontri e programmazioni bimestrali per attuare sinergie
e avere più peso nella trattativa con il governo. Dobbiamo sbloccare la situazione di accesso al credito con le
banche e creare, attraverso Veneto Sviluppo dei fondi di rotazione a beneficio di chi esegue lavori di
riqualificazione energetica e si vede la detrazione fiscale spalmata in 10 anni. Troppo poco e troppo a lungo
termine: un privato non ha benefici. Servono detrazioni oggi, non tra dieci anni e se il Governo non riesce a
farlo, devono subentrare i fondi di rotazione della Regione», dice il segretario della Uil. «Da rivedere il Piano
Casa: delle 72.000 domande presentate in Veneto nel 2014, il 95% riguarda l’aumento di volumetrie e solo il
4% per demolizioni con ristrutturazioni in bioedilizia ed energie rinnovabili, l’1% irrisorio per interventi sul
patrimonio commerciale ed alberghiero. In realtà gli interventi poi realizzati sono solo del 50%, proprio per
problemi di liquidità. La chiave di volta è una inversione di rotta del credit crunch: con un piano approvato di
ampliamento, l’istituto di credito dovrebbe essere in grado di concedere un prestito del 100% dell’intervento e
dovrebbero essere lo Stato e la Regione a porre delle garanzie», afferma Franceschini. Il segretario della Uil
chiede poi maggiore attenzione alla riqualificazione delle zone più depresse e delle strutture pubbliche,
scuole e ospedali in primis. Particolare attenzione al dissesto idrogeologico del Veneto: aumentano i casi di
allagamenti e disagi a causa di piogge improvvise, ma i fondi si sono dimezzati, da 148 milioni di euro a 75.
Così non va». (r.e.)

« »