Napoli, bloccato cantiere della Linea 6
LINEA 6 Oggi i lavoratori in stato d’agitazione
Senza stipendio da 4 mesi Linea 6, bloccato il cantiere
NAPOLI. Lavorare senza ricevere lo stipendio. Da quattro mesi. È la condizione in cui versano i lavoratori
impegnati per la Linea 6 della metropolitana di Napoli
Un pasticcio finanziario-burocratico che coinvolge il Comune di Napoli, Ansaldo Sts e l’impresa datrice di lavoro. E che
viene pagato dai lavoratori e dalle loro famiglie, ormai allo stremo delle forze. Per questo i sindacati hanno
proclamato per oggi lo stato di agitazione e il blocco delle attività. Ilavoratori entreranno in assemblea
permanente e faranno una manifestazione con presidio sotto gli uffici della metropolitana Linea 6, in via
Galileo Ferraris. Il problema è presto detto:i sindacati spiegano che il Comune di Napoli non eroga gli stati di
avanzamento all’Ansaldo Sts, l’impresa affidataria dei lavori a sua volta ha affidato in sub-appalto a un’altra
società che da quattro mesi non corrisponde gli stipendi ai lavoratori, sebbene questi ultimi abbiano lavorato
regolarmente. La Filca, la Feneal e la Fillea denunciano «l’insostenibilità di tali comportamenti sia del
Comune di Napoli, dell’Ansaldo Sts, di Metropolitana di Napoli linea 6 e dell’impresa esecutrice dei lavori, che
non possono scaricare sulla pelle dei lavoratori le loro esclusive responsabilità». Per questo stamattina, per
denunciare «tale assurdo attacco alla dignità dei lavoratori», le organizzazioni sindacali provinciali
partenopee promuoveranno «lo stato di agitazione e il blocco del cantiere con relativa assemblea
permanente». I sindacati chiedono che ognuno rispetti i propri impegni: «Il Comune di Napoli quello di
erogare gli stati di avanzamento e di garantire il rispetto a favore dei lavoratori delle norme contrattuali,
l’azienda datrice di lavoro, per la quale ricade il rischio d’impresa, di corrispondere puntualmente gli stipendi a
chi ha lavorato, sulle autorità di governo quello di costringere le parti ad assumersi tempestivamente le
proprie responsabilità». Per questo Filca, Feneal e Fillea chiedono che palazzo San Giacomo convochi al più
presto le parti per la risoluzione della vertenza.
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