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5marzo2015

Anniversario UIL

5 marzo 2015 • News

Riportiamo il commento del Segretario Generale della Uil Carmelo Barbagallo pubblicato il 03 marzo sul Messaggero

Dalla crisi alla ripresa, il ruolo di un sindacato moderno
Carmelo Barbagallo*

Una breve riflessione sul ruolo del sindacato non può che partire da un sentito ringraziamento al presidente
Romano Prodi per la sua lucidissima e meritoria analisi espressa sull’argomento. Da alcuni mesi a questa
parte, la Uil ha fatto della ricerca di un rinnovato percorso unitario il suo imperativo categorico. Solo pochi
giorni fa, la Uil ha proposto un patto d’azione a Cgil e Cisl su contratti, fisco e pensioni: per sottoscriverlo,
proprio perché siamo convinti della sua ineluttabilità, siamo pronti alle necessarie mediazioni. Sull’articolo 39
della Costituzione è stato fatto un gran passo avanti grazie al Testo Unico con cui le parti sociali, nel gennaio
2014, hanno deciso di regolamentare il percorso di certificazione della rappresentanza e rappresentatività.
Vanno ora definiti solo gli aspetti attuativi, e ciò richiede un intervento delle istituzioni pubbliche, a partire dal
ministero del Lavoro, dall’Inps e dal Cnel, che abbiamo già coinvolto. La nostra Organizzazione, infine, ha
dato corso a una riorganizzazione interna basata su un “sistema a rete” con un più capillare ed efficace “front
office” a disposizione di lavoratori, giovani e pensionati. Insomma, l’impegno per un cambio di passo c’è tutto,
anche se occorre fare ancora molto. Tuttavia, se i “decisori” non accettano l’interlocuzione con le parti sociali,
ogni sforzo è vano. Non è questione di concertazione, che non ci interessa affatto. Il punto è che
l’autoreferenzialità del sistema politico rende arduo ogni buon proposito e l’idea dell’uomo solo al comando
sta mettendo a rischio i fondamentali della democrazia partecipata. Va detto che a Bruxelles c’è più
disponibilità al dialogo sociale. Ma non basta, perché sarebbe necessario che venisse istituzionalizzato il
confronto a livello di governance. Inoltre, bisognerebbe dare maggiore forza al sindacato internazionale per
contrapporsi alle contraddizioni della globalizzazione e agli egoismi del capitalismo finanziario. Il sindacato,
per definizione, è un soggetto contrattuale, ma l’efficace esercizio di questa funzione presuppone un
interlocutore dalla sensibilità sociale del presidente Prodi che, purtroppo, oggi, nel panorama politico nostrano
è merce rarissima. Con il sistema delle imprese, poi, la qualità delle relazioni industriali dipende soprattutto
dalla capacità dei singoli imprenditori di cogliere il valore della sintesi tra gli interessi in campo, come leva per
il rilancio della competitività. Nonostante la sterile propaganda e al di là delle speranze di ripresa che, invece,
vogliamo condividere, il Paese resta in sofferenza. Il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati è stato
decimato da un esagerato livello di tassazione. Milioni di lavoratori attendono il rinnovo dei contratti. I diritti
sono stati ridimensionati. Il futuro dei giovani resta incerto. La contrattazione può generare sviluppo: questa è
la vera sfida dei prossimi mesi per far cambiare verso all’economia. Ed è questo il vero cambiamento che
interessa al Paese.

* Segretario generale Uil

vai AL TESTO sul sito UIL dell’Istituto Studi Sindacali Italo Viglianesi

 

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