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Convegno Cnce

15 maggio 2025 • Edilizia, evidenza, News

I dati dell’Osservatorio Cnce nel convegno CNCE “Tra normativa e aggiornamento: il ruolo delle Casse”.

Un confronto tra esperti e operatori per il futuro del sistema bilaterale delle costruzioni che si è tenuto ieri 14 maggio 2025, presso il Best Western Plus Hotel Universo di Roma.

Il comunicato stampa CNCE – CS CNCE MAGGIO 2025 v4

 Infografica CNCE

freccia blu GUARDA L’INTERVISTA AL SEGRETARIO NAZIONALE FENEAL FRANCESCO SANNINO VICE PRESIDENTE CNCE – CLICCA QUI

dal DIARIO INFRASTRUTTURE E AMBIENTE COSTRUITO di Maria Cristina Carlini
Casse edili: nel 2024 ore lavorate a +3,3%. Ma sono iniziati l’INVERSIONE del ciclo e l’assestamento verso il basso

E’ un bilancio molto positivo quello che traccia del 2024 l’Osservatorio della Cnce, la Commissione Nazionale delle Casse edili: aumentano a 895 milioni le ore lavorate, crescono anche i lavoratori attivi. Ma dallo scorso novembre si assiste a un’inversione di ciclo che i dati dei primi due mesi confermano. Il 2025 è, dunque, all’insegna dell’incertezza, soprattutto per l’effetto negativo della fine superbonus e un generale rallentamento della produzione nei comparti residenziali e non residenziali. L’Osservatorio rileva un assestamento del mercato verso il basso. “Siamo entrati in una fase storica nuova”, afferma il presidente della Cnce Firsech. Una fase dove fondamentale è preservare il valore della bilateralità

Sta cambiando il vento che spira sul settore delle costruzioni. Le previsioni di un rallentamento nella seconda metà del 2024 e di una frenata più brusca nel 2025 stanno ora prendendo corpo. Il 2024 si è chiuso con dati ancora positivi con un mercato in crescita sia in termini di ore lavorate che del numero di lavoratori attivi. Ma l’orizzonte del 2025 si presenta molto incerto: dopo i primi segnali di fine anno, l’inizio del nuovo sembra confermare che è in atto un’inversione di ciclo. E’ questo il dato saliente che spicca nello scenario tratteggiato dalle rilevazioni diffuse dall’Osservatorio della Cnce, la Commissione paritetica delle Casse edili, e riportate da Diac Diario. “Dalla seconda metà del 2024 gli analisti avevano iniziato a stimare un calo dell’attività edilizia con previsioni per il 2025 di una decisa contrazione, dovuto soprattutto all’effetto rimbalzo negativo della fine del super bonus edilizia e un generale rallentamento della produzione relativa ai comparti residenziali e non residenziali. Soprattutto il secondo comparto aveva già nel corso dell’anno scorso registrato un calo dovuto alle difficoltà del settore industriale e manifatturiero, il cui andamento non sembra destinato ad invertire il trend negativo in atto”, sottolinea l’Osservatorio.

Ma ecco, nel dettaglio, i numeri. Partiamo dal 2024. Complessivamente nel 2024 le Casse edili hanno registrato attività per 895 milioni di ore lavorate, con un aumento rispetto all’anno precedente del 3,3%. Una crescita pressoché equivalente a quella registrata rispetto al 2022, tanto che nel biennio l’aumento dell’attività è risultata pari al 7,2%. Il valore di questo mercato sulla base della massa salari al dicembre dell’anno scorso si è avvicinato ai 10 miliardi e 431 milioni di euro, con una crescita rispetto al 2023 prossima al 5% e pari all’11,4% nel biennio. Il numero dei lavoratori attivi si attesta a 705.977 nel 2024 con una crescita del 4,5% rispetto al 2023 e con un incremento del 10,5% rispetto al 2022. Le imprese sono pari a 133.788 e registrano un lieve aumento dello 0,24% rispetto al 2023. Un dato in frenata che si confronta con l’aumento più deciso che si è registrato nel 2023 rispetto al 2022, +3,06%. Ed è questo il dato che spinge la crescita delle imprese nel biennio: +3,31% nel 2024 rispetto al 2022.

Ma è dall’andamento mensile rilevato dall’Osservatorio che si colgono quei segnali di raffreddamento che si manifestano nell’ultimo scorcio dell’anno. Fino ad ottobre, l’andamento delle ore lavorate procede, ad eccezione del mese di agosto, a un passo di stabile crescita. E’ a novembre che si inverte la tendenza con una contrazione di attività, su base annua, di circa il 4%, confermata a dicembre con quasi un 2%. Che non si tratti di uno stato transitorio ma, puntualizza subito l’Osservatorio delle Cnce, di un cambio di segno trova conferma nei consuntivi relativi ai primi mesi del 2025. Il dato relativo al mese di gennaio registra, infatti, un calo annuo delle ore dell’8,5% e una riduzione della massa salari del 7,5%. Una situazione confermata anche dai dati (seppure non totalmente definitivi) relativi al mese di febbraio, dove la contrazione rispetto allo stesso mese di un anno prima si assesta al 6%.

La cautela è d’obbligo. Forse, non suona ancora l’allarme ma sicuramente scatta un’allerta. E’ evidente, comunque, secondo le Cnce, che “ci si trovi di fronte a un assestamento verso il basso dell’attività edilizia avviato alla fine del 2024 e confermato nel primo bimestre del 2025”. Dal confronto tra gli ultimi tre mesi, i dati dell’Osservatorio mostrano, dal dicembre del 2024 al febbraio 2025 il trend delle ore lavorate registri una crescita del 16,18%. Ma “ciò che colpisce non è tanto la positività del trend quanto la sua consistenza da cui emerge l’osservazione iniziale che ci si trovi di fronte a una situazione di stabilizzazione del mercato a livelli produttivi più bassi rispetto soprattutto ad un 2024 decisamente straordinario per la convergenza di fattori positivi come il super bonus e l’avvio della spesa per i progetti del PNRR”. Gli effetti di queste dinamiche si ripercuotono sia sulla struttura occupazionale che sul numero delle imprese attive. Così se nel 2024 il numero degli operai attivi ha registrato una crescita a livello nazionale, a gennaio si è registrata una riduzione del 3% confermata sostanzialmente a febbraio rispetto agli stessi mesi del 2024. Relativamente alle imprese attive i dati delle Casse edili rilevano come l’inversione del trend risulti anticipato al mese di ottobre, quando già si registrava un dato negativo dell’1,2%, cresciuto a -3,6% a novembre, al 6% a dicembre fino al 7% di gennaio di quest’anno, per poi calare a un 3,3% a febbraio. Tornando al confronto dicembre 2024/gennaio- febbraio 2025, si è già detto del rimbalzo del 16,18% delle ore lavorate. A dicembre il loro valore assoluto è pari a 62.002.611 che sale a gennaio a 67.223.365 con un aumento dell’8,42%. A febbraio il numero sale ancora a 72.033.705 con un aumento su base mensile del 7,16%. Andamento altalenante per il numero dei lavoratori che passano dai 688.178 di dicembre a 670.112 di gennaio con una flessione del 2,63%; risale a febbraio a 689.186 con un aumento del 2,85%. A febbraio rispetto a dicembre, l’incremento è solo di uno striminzito 0,15%. Le imprese passano 127.591 di dicembre 2024 a 123.393 di gennaio con un calo del 3,29%. A febbraio si registra un aumento dell’1,68% a 125.469. A febbraio 2025 rispetto a dicembre 2024 si rileva una flessione dell’1,66%.

“Siamo entrati in una fase storica nuova. Gli scenari internazionali, i cambiamenti sul fronte delle scelte economiche e delle relazioni tra Paesi sono destinate a mutare e a condizionare anche gli equilibri a livello nazionale. Con la conseguenza che anche il sistema bilaterale delle costruzioni deve adattarsi e soprattutto rilanciare il suo ruolo cardine in termini di salvaguardia della regolarità del mercato e della sicurezza sul lavoro”, dichiara il presidente della Cnce, Dario Firsech, commentando i dati. ”Se infatti il 2024 registra a consuntivo un risultato decisamente positivo sia per quanto riguarda le ore lavorate che relativamente al numero dei lavoratori attivi, dallo scorso mese di novembre a febbraio 2025 si assiste ad una inversione di ciclo”, ha sottolineato. In un passaggio delicato come l’attuale, il vicepresidente della Cnce, Francesco Sannino, rivendica il valore della bilateralità. “In questo nuovo scenario – afferma – caratterizzato da un mercato che rallenta e dove aumentano le incertezze, crescono le preoccupazioni per gli effetti che una maggiore competitività tra le imprese possono determinare sulle condizioni di lavoro nei cantieri. Ecco che allora diventa ancora più importante salvaguardare e valorizzare il sistema della bilateralità delle Casse, che fa capo alla CNCE, rafforzando gli strumenti a difesa della sicurezza e della regolarità”. Ma come affrontano le imprese quests fase? Alfredo Martini, direttore di Edilinews, parla di una “tenuta” del settore in una fase delicata. “Abbiamo un’inversione di tendenza ma ora dobbiamo vedere i prossimi mesi. Le ore lavorate sono i dati reali, che condividiamo con Istat e la Banca d’Italia, per capire cosa sta succedendo. Sicuramente, veniamo da anni straordinari che hanno dato forza al settore e le imprese sapranno trovare anticorpi per continuare a creare valore”.

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