Rinnovare il contratto. Rilanciare l’edilizia.
EDILIZIA
RINNOVARE IL CONTRATTO. RILANCIARE IL SETTORE.
Di Vito Panzarella – Segretario Generale FENEALUIL
Le pagine di Lavoro Italiano – giugno 2016
Dopo un lungo periodo di crisi del settore delle Costruzioni che ha perso in otto anni più del 40% degli investimenti e oltre 500mila posti di lavoro, producendo effetti pesanti sul piano produttivo ed occupazionale, cominciano ad avvertirsi i primi segnali di una timida ripresa che fanno ben sperare. Anche i dati dell’ultimo Rapporto CNCE (Commissione Nazionale Casse Edili) confermano la tendenza in leggero rialzo: dal confronto del periodo ottobre 2014 – febbraio 2015 sullo stesso periodo 2015 – 2016 emerge, infatti, un aumento dei lavoratori occupati dell’11% e della massa salari denunciata del 6%, con un 5% in più delle ore lavorate e un 2% in più di imprese.
Questi segnali non vanno sicuramente trascurati ma sostenuti attraverso politiche concrete e virtuose che riportino al centro l’edilizia, senza la quale, siamo convinti non può esserci una vera ripresa. Gli investimenti nel settore devono essere lo strumento chiave per rafforzare il suo ruolo strategico. Solo in questo modo si produrranno effetti importanti sia al livello occupazionale che economico, puntando sia alle opere pubbliche che all’edilizia privata, attraverso un modello sostenibile e di qualità. In questo senso vanno stabilizzati i bonus edilizi per le ristrutturazioni e gli interventi di risparmio energetico, unici comparti che durante la crisi hanno tenuto. Occorre valorizzare il patrimonio esistente e sostenere il recupero degli edifici pubblici, riqualificare le periferie, investire nella rigenerazione urbana e nella manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, ma nessun intervento sarà davvero efficace senza adeguati strumenti che rendano efficiente e trasparente il mercato, sicuro e regolare il lavoro.
Otto anni ininterrotti di crisi hanno, infatti, destrutturato e indebolito il sistema di regole che faticosamente eravamo riusciti a costruire, penalizzando i lavoratori e le imprese sane e facendo aumentare lavoro nero e precarietà, corruzione e caporalato.
Con queste premesse e con la consapevolezza che il settore è ormai permeato da tipologie disparate di lavoro che stanno producendo una costante fuga dal contratto edile, affrontiamo la nuova stagione di rinnovo contrattuale che mette al centro la qualità, la regolarità e la sicurezza del lavoro, soprattutto in riferimento alla riforma del sistema bilaterale, resasi necessaria anche per governare più agevolmente gli strumenti di controllo.
Riteniamo non più rinviabile una ristrutturazione quantitativa e qualitativa dei contratti nazionali mediante un processo di razionalizzazione del loro numero, perché si arrivi ad avere un unico tavolo di contrattazione che miri ad armonizzare e semplificare i diversi CCNL, garantendo ai lavoratori del comparto dell’edilizia uguale dignità delle prestazioni contrattuali. Di conseguenza sarà indispensabile rafforzare e valorizzare il contratto integrativo, unificando anche a questo livello i tavoli contrattuali, per avviare un percorso che punti ad un contratto integrativo regionale.
Questione centrale della piattaforma è il completamento della riforma degli Enti Bilaterali. Sarà necessario individuare ed avviare processi adeguati di razionalizzazione perché i nostri Enti siano sempre più strumenti per il governo e lo sviluppo del settore e le loro funzioni siano contenute in modelli organizzativi capaci di massimizzare efficienza ed economicità di gestione.
Il nuovo contratto dovrà affrontare le problematiche relative al lavoro nero ed irregolare e frenare la deregolamentazione che ha investito il settore, alimentata non solo dalla perdurante crisi ma anche da interventi legislativi sbagliati. Le recenti normative sulla certificazione contributiva come le modifiche sul DURC hanno indebolito nei fatti la regolarità e inibito la possibilità di applicare la congruità quale elemento qualificante e indispensabile nella lotta all’evasione e al sommerso. Noi sindacati, uniti, siamo invece convinti che il DURC di cantiere e per congruità, insieme alla qualificazione di impresa, devono essere strumenti centrali nel contrasto alle irregolarità.
Considerata l’elevata presenza nel settore edile di lavoratori autonomi e di lavoratori con partita IVA, riteniamo opportuno regolamentare la loro inclusione all’interno del sistema bilaterale, immaginando per loro specifiche prestazioni e diritti contrattuali, in modo da far emergere eventuali irregolarità e fenomeni di sfruttamento della manodopera. Inoltra va affrontata senza indugi l’esplosione anomala dei voucher, utilizzati impropriamente anche in edilizia. Ne chiediamo il divieto nel settore dove finiscono per essere soltanto un’ espediente che nasconde abusi e favorisce il lavoro nero.
Anche per quanto riguarda gli impiegati è tempo di sancire il loro accesso al sistema bilaterale non solo attraverso l’erogazione dell’EVR, ma anche con il versamento di una contribuzione a carico delle imprese e degli stessi lavoratori, che consenta loro di fruire delle prestazioni. Previste inoltre novità in tema di lavoro femminile, congedi parentali, pari opportunità e codici etici, con un’attenzione particolare ai lavoratori immigrati. L’aumento salariale richiesto è pari a 106 euro al parametro 100.
Sul tema delle pensioni naturalmente continuiamo ad essere fortemente impegnati ed anche nella piattaforma trovano spazio richieste per fronte all’invecchiamento delle maestranze edili e al conseguente allungamento dell’età pensionabile. L’assistenza sanitaria integrativa diventa uno dei fattori di maggior attenzione per le parti sociali con la proposta di prevedere la contribuzione al Fondo di sostegno per la pensione anticipata con una quota pari allo 0,20%. La nostra richiesta di pensione anticipata e senza penalizzazione resta prioritaria perché si riconosca la diversa gravosità dei lavori, soprattutto in settore come il nostro dove i lavoratori si trovano a subire gli effetti perversi di una legge che li costringe a restare in cantiere, nelle fabbriche e nelle cave, fino alle soglie dei settanta anni con effetti drammatici in termini di salute e sicurezza.
Per noi il rinnovo del contratto può e deve essere la premessa indispensabile alla ripartenza del settore, un’occasione per coniugare il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti con la tutela e l’aumento del potere di acquisto delle retribuzioni, contribuendo al tempo stesso ad aumentare la qualità e la competitività delle imprese.
« Rinnovato integrativo provinciale di Matera L’intervista a F. Sannino su Civiltà di Cantiere »