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Manifestazione Genova Ovest

Vertenza Concessionarie

29 novembre 2017 • Edilizia, News

VERTENZA AUTOSTRADE

OPERAI CONCESSIONARIE SCRIVONO A PAPA FRANCESCO E INCONTRANO RENZI

Tavolo al Mise il 6 dicembre

 

Dopo gli scioperi in Piemonte e Toscana e il presidio a Montecitorio della scorsa settimana, lunedì è stata la volta di Genova, invasa dai lavoratori delle concessionarie autostradali provenienti da Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, con blocco della sopraelevata e della A10 e, a fine mattinata, l’incontro con il Prefetto. Nel frattempo, i lavoratori hanno scritto una lettera a Papa Francesco e il tavolo sulla vertenza è stato convocato al Mise per il prossimo 6 dicembre. Prevista una nuova giornata di sciopero il prossimo 30 novembre con manifestazione a Casale Monferrato.

Dopo mesi di appelli rimasti inascoltati si stanno verificando le condizioni capestro conseguenza dell’applicazione della nuova normativa sugli appalti. E’ indispensabile per i sindacati l’intervento del  premier Gentiloni su questa vertenza affinché vengano mantenuti gli  impegni assunti dal ministero dei Trasporti, vengano ripristinate  immediatamente le condizioni ante nuova disciplina e soprattutto vengano scongiurati esuberi e licenziamenti.

Oggi, invece, gli edili delle concessioni autostradali hanno incontrato il segretario del Pd Renzi in visita nel cantiere del Bisagno, nella città della Lanterna, e gli hanno consegnato una lettera. “Mi impegnerò personalmente – ha risposto – ma non garantisco nulla. Alla Camera abbiamo i numeri, ma al Senato no”.

LA LETTERA

“La drammatica situazione che rappresentiamo – hanno scritto i sindacati – riguarda oltre 3.000 lavoratori dipendenti delle società che lavorano nel settore delle concessioni autostradali. Il nostro posto di lavoro è oggi messo seriamente a rischio da una norma del Nuovo Codice degli appalti, che ha introdotto l’obbligo per i concessionari delle autostrade di affidare l’80% dei lavori attraverso le gare, e solo il 20% direttamente. Siamo i lavoratori e lavoratrici che operano da tanti anni, maturando professionalità e specializzazione nei cantieri di giorno e di notte, estate e inverno, per garantire il diritto alla mobilità di persone e merci”, ribadiscono. Non siamo contrari al principio che ispira il Codice, finalizzato a rafforzare trasparenza ed efficienza in un settore molto delicato per la vita del Paese. Affermiamo però che la percentuale introdotta prevista produca un salto troppo brusco rischiando di scaricare gli effetti sull’anello più debole della catena. E cioè sul lavoro e su noi lavoratori. In vista della prossima entrata in funzione del nuovo meccanismo, ad aprile, presso il Mise sono già state depositate diverse centinaia di procedure di licenziamento, alcune delle quali già di fatto attivate. Nel corso dei mesi passati, abbiamo avviato un’azione volta a sensibilizzare il Parlamento e il governo sulla necessità di rivedere quella norma per ammorbidirne l’impatto. La nostra azione e i nostri argomenti hanno convinto i nostri interlocutori, al punto che l’emendamento firmato dai Senatori Borioli, Esposito e Santini e da altri parlamentari, presentato prima sul decreto fiscale e ora ripresentato sulla legge di bilancio, scaturisce in sintesi da un percorso condiviso ai tavoli del Mit e del Mise e poi inopinatamente bocciato in dirittura d’arrivo sul decreto fiscale. In questi giorni lo stesso testo ripresentato sulla Legge di bilancio, sempre in Senato, rischia -conclude la lettera- di saltare ancora. E con esso tanti posti di lavoro. Alcuni di noi hanno voluto tra l’altro inoltrare una missiva al Santo Padre richiamando il principio di giustizia sociale e quindi per evitare la distruzione di altri posti di lavoro. Per quanto sopra auspichiamo un Suo autorevole intervento per evitare un’altra dolorosa quota di disoccupazione, paradossalmente prodotta per legge.”

 

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